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lunedì 16 maggio 2011

partita a risiko

Neppure questa volta gli andò bene.

Pausa! Gridò esausto rivolgendosi ai corpi seduti al tavolo, promise che sarebbe rientrato da li a poco. Il tempo di una sigaretta si aggira dai tre ai sette minuti, pensò, dipende dall'altezza del palato e dalla capienza dei polmoni,

“che avrò mai sbagliato questa volta? Prendevo l' America, altri due turni e ci sarei riuscito a prendere l'America, maledizione!”

Quella volta se la sarebbe ricordata sempre, a prescindere dallo scorrere dei calendari, ma a nessuno avrebbe narrato il suo fallimento, neanche alla compagna di segreti.

Ormai erano cinque anni che era l'esponente delle armate blu, era arrivato ad ottenere quel posto dopo lunghi esercizi di tecnica militare e caffeina nelle vene.

Lui, comandante blu, se la cavava, ma questa volta le scelte non erano state ben ponderate, “Avrei dovuto fargli credere un obiettivo più semplice, lasciargli l' Oceania fin dal principio. Maledetto figlio di puttana!”

Le armate nere guerrafondaie coloravano il tavolo in maniera predominante e aggressiva, i pochi carro armati blu stavano affogando nella macchia nera, precipitosamente.

Il comandante appoggiò le spalle al muro e trattenne il fumo dimenticandosi di rilasciarlo, preso com'era dal falò dei suoi pensieri.

Due anni di fila che ci si trovava nella stessa situazione, su un totale di cinque anni di rito bellico.

Come sempre le armate gialle, verdi e viola in poche ore fuoriuscivano dai calcoli geopolitici, e in battaglia rimanevano gli avversari storici: il blu versus il nero. Il buono e il cattivo, Abele e Caino, il più e il meno, il razionale e l'irrazionale, il paradiso l'inferno, freddo caldo, dolore e gioia.. etc.Il comandane buono tornò al tavolo con la speranza di sollevare il pianeta in estremo,

“ gli proporrò un armistizio, un trattato di pace, un accordo di non belligeranza, qualcosa accetterà quella stramaledetta canaglia!”

Appoggiò lo sguardo sulla cartina nera petrolio, poi lo rialzò e incontrò il ghigno degli occhi del comandante nero.

“Stramaledetta canaglia! “ Imprecò nuovamente il comandante blu. Era allo stremo delle sue forze, la battaglia era stata lunghissima, più di nove ore di palpitazioni cardiache ad ogni lancio del dado, gli occhi iniziavano a bruciare e cosi era costretto a sbattere le ciglia continuamente.

Bilancio: Asia nera, Oceania nera, Africa nera, sud America nero, Europa blu e America del nord contesa. Le file degli eserciti blu invocavano rinforzi che non arrivavano, tremavano allo scivolare del dado sul tavolo. Sei nero, due blu; quattro nero, cinque blu. Eliminazione di un carro armato a testa. L'indice del comandante nero scaraventò un soldato blu in un angolo della stanza, assieme agli altri feriti di guerra.

Ius ad bellum, il diritto alla guerra, era nel pieno del suo esercizio.

Finale numero 1:

il nero diventa buono, si ritira dal gioco e il mondo vive felice e contento.

Finale numero 2:

il nero rimane cattivo, ma il buono sfodera l'asso nella manica, e riconquista il mondo.

Finale numero 3:

il nero rimane cattivo, il buono rimane buono. Nessun asso nella manica, il cattivo vince.

Finale numero 4:

il buono e il cattivo si sposano e se ne vanno in viaggio di nozze fregandosene del mondo.

Finale numero 5:

in realtà la storia tratta di una partita di risiko tra due ragazzi in fase tardo adolescenziale, dunque nessun buono nessun cattivo, solo ius in bellum simulato.

Finale numero 6:

cancellare questa miseria di racconto e salvare un minimo di dignità.

5 commenti:

  1. Ah ah ah Marta, grandi i finali a scelta!
    Io però propendo per un settimo finale: arrivo io indossando la maglietta della pace e con un atto di contestazione non-violenta e di resistenza passiva mi siedo sul tabellone di gioco schiacciando col mio culo tutti i carri armati e impedendo per sempre di fare qualsiasi guerra! così nessuna scema aspirante miss italia può dichiarare che il suo più grande desiderio sia "la pace nel mondo..."!

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  2. Marta approfitti del fatto che l'atelier è sotto casa tua. Spaccano i finali a scelta!
    Io sono per il finale just married. Amore Gay adolescenziale tra due bambocci che giocano a risiko.

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  3. cmq non è una miseria, i potenti giocano alla guerra come sti due celebrofessi.....

    Marta scrivi ancora cose che non ti piacciono, solo per un mio egoistico desiderio di narrativa gustosa.

    ;D

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  4. mi è piaciuto, frizzantino. e lascia la mente sollevata con la battuta finale. il blu cmq vincerà sempre.

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