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lunedì 23 maggio 2011

il gioco del camaleonte

“Fermi fermi!! sono pazza solo per gioco!”

Alice si svincola dalle braccia forzose degli operatori sanitari che le bloccavano la vita.

“Stavo solo scherzando!era solo un gioco! Lasciatemi stare! Non sono pazza!”



Alice nasceva alla fine degli anni settanta con una voglia stampata sulla guancia sinistra a forma di fragola. Di quella voglia ne andava proprio fiera.

Il suo naso, sebbene arricciato, si inseriva in maniera graziosa tra i suoi lineamenti di bimba, quasi a conferirle uno status di dolcezza universale.

Alice nasceva tra i colori grigi di una Milano mal odorante con la maledizione di preferire i colori sgargianti, tendenti all'arancione. Era allegra e spigliata, veloce nel recepire gli ideogrammi del mondo. Il suo passatempo era quello di inventare giochi in continuazione, inventava i più strani, i più divertenti, i più spassosi.

Con tutto quel tempo libero a disposizione, che altro avrebbe mai potuto fare?

La mamma se ne stava sempre a fumare l'eternità della sua sigaretta con una mano, e con l'altra reggeva il suo viso accasciato. Alice si chiedeva spesso perchè la mamma non prestasse attenzione alle macchie di trucco che le colavano dagli occhi.

Quelle macchie le ricordavano la tristezza dei pagliacci.

Non sa proprio come divertirsi! Pensava Alice guardando la madre, Beh..dopotutto sono fortunata... mi lascia giocare per tutto il tempo che voglio!

Cosi Alice passava il suo tempo impiegando una cura maniacale nella fabbricazione dei suoi giochi. Si definiva l'ingegnere del divertimento più brillante di tutto l'universo.. non solo della terra ma anche di tutti gli altri pianeti.

Quanti giochi!

Ne inventò di molti, dai più bizzarri ai più delinquenti.

Era la sfida che eccitava Alice, la rendeva un titano, le gonfiava il petto d'orgoglio.

Alice sfidava tutti i bambini del quartiere, ma nessuno le si poteva paragonare in quanto a furbizia, velocità e agilità. Alice trionfava sul podio in qualsiasi occasione.

Con il tempo i sui piedini iniziarono a stare stretti nelle scarpe, cambiò il numero e cosi la testa.

Le crebbe il seno, e assunse l'aria di chi sa come assaggiare il lato giusto la vita.

Non abbandonò il sui carattere ludico, anzi con il passare degli anni arrivò ad elaborare il gioco migliore, il più ingegnoso, il più adrenalinico.

Lo partorì in una notte priva di stelle, in totale armonia con la sua solitudine.

Lo battezzò come il gioco del camaleonte, si sarebbe trasformata in una molteplicità di Alice secondo le voglie del momento. Ci sarebbe stata un' Alice ubriaca, un'Alice ladra, un'Alice puttana, un'Alice suora, un' Alice mendicante, un'Alice altruista, un'Alice commerciante, un'Alice pazza.. e via dicendo.

Doveva raggiungere il più alto livello di credibilità, doveva far credere alle persone della sua identità momentanea come se fosse vera, reale, normale...e per il più lungo tempo possibile.

Era un gioco raffinato che portava Alice a dimenticare di come avrebbe dovuto essere per essere realmente se stessa., l'obiettivo in questo modo sarebbe stato raggiunto e avrebbe cosi affamato la versatilità del sua carattere.

Impersonificò i personaggi con l'abilità delle più grandi attrici, finì col sposare più uomini che credevano nell'Alice infermiera o nell'Alice imprenditrice, dipendeva dalle circostanze.

Alimentava le facce del suo ego leggendo Pessoa, il suo maestro, il quale era solito firmare i suoi scritti con tre nomi diversi per l'impossibilità di ricondursi ad un unica persona.

Alice per i più era una donna allegra.


“Fermi fermi!! sono pazza solo per gioco!” Alice continua a gridare agli operatori sanitari.

Ed era vero, era realmente pazza esclusivamente per gioco.

4 commenti:

  1. un 10 per la velocità, la fluidità e un plus per pessoa, il poeta lisboeta.
    bello leggere i racconti prima di andare a dormire!

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  2. eh eh il servizio di un racconto prima della nanna non è male! manca solo una tazza di camomilla fumante..beata colei che vive tra le vie del mio amato Pessoa!

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  3. sto racconto è molto donna :D
    come non può piacere!!!!!

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  4. la tox.
    riprendi un filone di racconti: personaggio unico, descrizione martellante, fine, caleidoscopica.
    Nei temi però lasci la pesantezza del tedio e gli armi di ironia. del gioco. della vita.

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