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lunedì 9 maggio 2011

Nessuna fermata

Ci sono altre fermate prima della nostra? John non rispose al giovane ragazzo che stava sdraiato lì di fianco a lui in quel vagone vuoto e rumoroso preceduto da tonnellate di carbone e legna. Pochi istanti dopo il giovane parlò di nuovo: ci sono altre fermate prima della nostra?..nessuna risposta, alzò lo sguardo e quando vide che era rimasto solo sorrise e appoggiò di nuovo la testa sulla sua sacca.

John sapeva stare da solo, sapeva osservare, sapeva ogni giorno il momento in cui il sole sarebbe sorto e tramontato, sapeva cogliere gli odori, gli odori del tabacco, gli odori delle pannocchie, gli odori degli animali delle fattorie, John sapeva ascoltare, riconosceva il rumore dei martelli, il gorgoglio del ferro fuso, il ticchettio delle macchine da scrivere, lo scoppiettare delle marmitte.

John piaceva alla gente, i capelli lunghi e trasandati, le mani grandi e callose e quei piccoli occhi azzurri e infossati che non si chiudevano mai ma che rispecchiavano il suo animo semplice deciso e rispettoso.

John non aveva una casa in città, neppure una capanna, una tenda, le uniche cose che possedeva erano una coperta, una piccola pentolina di rame, un quadernino di carta gialla una matita e una piccola armonica.

Aveva sempre imparato ad arrangiarsi, non per necessità o scelta, ma per natura, sapeva come lavorare il legno, sapeva come tagliare la pietra, sapeva come sistemare un motore, sapeva come inchiodare a terra i binari di un treno, sapeva il modo migliore per cogliere il grano, sapeva scrivere, cantare e parlare diverse lingue.

John era innamorato, era innamorato della vita, era innamorato del movimento, passava giorni e giorni sui vagoni del treno a guardare i campi e poi le montagne, i laghi i fiumi, il deserto le città, poi con un balzo scendeva e iniziava così a mescolarsi nella molteplicità, imparava ad accogliere e ad accettare tutto ciò che la terra gli dava, era disposto a lavorare per qualche centesimo all’ ora in qualsiasi posto in qualsiasi modo con qualsiasi gente.

John conosceva molte persone, persone che l’ avevano aiutato, che l’ avevano giudicato, persone che si erano innamorate di lui, persone che comunque non lo vedranno mai più, John infatti aveva un'unica regola nella sua vita: non tornare mai nello stesso posto. Il suo quadernino giallo era soltanto una lista di nomi di luoghi e di persone con una x sopra, sapeva che la terra girava e che le stelle erano molte di più di quelle che il cielo ci mostra, non si sarebbe mai fermato.

Nessuno sapeva la vera età di John, nessuno sapeva dove era nato e nessuno sapeva da che posto era arrivato, era un atomo in movimento, una parte attiva della vita, non era un egoista e neppure un mendicante o un vagabondo, un drogato o un ubriacone, era soltanto un uomo senza tempo.

Era questo il modo in cui John ringraziava la vita, senza accorgersene quando scompariva nei vagoni dei treni merci, lasciava dietro di sè una speranza un sogno un desiderio un ricordo, un sorriso sul volto della gente.

Non sapeva contare e la sua forza e serenità stava proprio in questo, viveva di ciò che imparava, viveva al massimo ogni cosa che faceva, era un sognatore, si un sognatore ma del presente.

9 commenti:

  1. il Brigno tramava il capolavoro!
    ammappete che bello!

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  2. Veramente!! Adesso mi chiedo "Perché il Brigno non ha mai scritto prima?? È dannatamente bravo!"

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  3. John for president!
    Davvero un bel ritratto, reale e onirico al tempo stesso.

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  4. Gran esordio brigno! Cazz adesso non far passare un anno per il secondo..

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  5. grassie! no no, ho già l' idea per il prossimo..

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  6. siiii!!!! dai che raggiungiamo pippo vespa tra qualche racconto! qualche.....
    concordo con gli altri cmq! ottimo inizio! :-)

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  7. il brigno che scrive?? si certo.. gli asini volano!
    E invece guarda un pò.. il buon gnobri esce alla luce,
    c'erano un sacco di asini volanti oggi nel cielo!

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  8. io oggi ho guidato... quindi ero un asino al volante:D

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  9. n o n g h e c r e d o.
    gnobricere in fuga: legittimato da mitologia di uomini sem patria, anche lì noi si tende.

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