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domenica 29 maggio 2011

2018: gli alieni invadono la terra ( e la distruggono)

“Erano sette non di più!”
Dal piano di sotto al piano di sopra Alfredo il maggiordomo sobbalzò dalla sedia a dondolo e si precipitò al piano primo dove vi era la stanza da letto con il letto del suo padrone al momento malatissimo.
“Eccomi padrone avete chiamato? Che avete detto? “
Alfredo era decisamente e realmente spaventato credetemi: “padrone mi avete decisamente e realmente spaventato!” (visto?).
“Ma se non ho detto nulla!” ribatte il vecchio decrepito.
“Avete, avete in realtà detto. Ah la malattia!” Quasi in lacrime Alfredo.
“Ho detto?davvero?”
“Certo padrone, diceste.”
“Santa puttana! Non ricordo di aver proferito verbo! Forse sonnambulismo Alfredo?”
“lo escludo padrone.” Laconico il maggiordomus.
“Un errore tuo no vero?”
“lo escludo padrone.” Categorico il fredo Alfredo.
“Scorno! Sto malato!”
“si da mesi mio padro padrone!” Il domato maggior rispose.
“Di più di più! Lo sento che moro! Alfredo!!Io moroooo!”
“non lo dite padrone! I lutti mi mettono di malumore tutti i lutti!”. Piangeva il buon Alfredo.
“Alfredo, un momento che raccolgo li idee.”
“si padrone”
“oggi è il 22 Novembre. Confermi?”
“confermo patrone”
“Non son nato esattamente 78 anni fa?”
“patrone confermo.”
“E’ il mio compleanno.”
“lo sembrerebbe. Auguri mio padrone.”
“grazie”
“prego” Replica in replica al vecchio Al-fredo.
“Quindi, seguimi Alfredo”
“dove va padrone?”
“Sto qui, segui il mio ragionamento…”
“dove va?”
“Zitto e ascolta: oggi compio gli anni, ma probabilmente e con buona probabilità morirò, a causa della mia malattia. E lo farò oggi stesso!”
“si padrone è sicuro?”
“zitto Alfredo, portami qui la mia figlioccia. La voglio salutare con un adios. La mia piccola bambina adorata!”
“La sua bambina che tristezza..piango patrone, patrone piango…” Piangeva.
“Non piangere Alfredo. Trovala. Parti ora. Che stavi facendo di sotto?”
“parto padrone, parto padrone, parto”.
“sappilo Alfredo, non finirà finchè non rivedrò la mia figlioccia”

Alfredo partì. Prima tappa recuperare la limousine dal meccanico, onde evitare di iniziare una ricerca di persona a piedi. Tanto il meccanico è li a due passi dalla magione.
Alfredo si vestì, non gli pareva il caso di uscire nudo intregal. Inforca i panta, inforca gli oculi e inforca il vialetto.

Dopo 2 minuti:”maledetto scorno..pu pu alla sfortuna! Chiuso! Questo ferroriparatore!”
Un biglietto vi era posto sull’uscio della bottega artigiana” Sono Gustavo il meccanico. Sono chiuso un po’ ho i creditori alle costole”
Ma l’Alfredo, vecchia faina con la coda del culo dell’occhio vide nel riflesso del vetro della bottega artigiana il conosciuto viso di Gustavo dietro di lui.
“ah vile Gustavo! Aprimi cotesta baracca, devo trarne la limo del padrone, sta assai male e devo trovare la figlioccia per portarla al suo capezzolo.”
L’unto manovale in replica: “non c’è tempo, salta sulla mia vespa e scappiamo. Mi spiegherai strada facendo…”.
“Vada, salgo sulla tua vespa e scappiamo, ti spiegherò strada facendo”.
Figurateveli mentre partono su una vespa gialla di gran lena i due.

“vedi quello laggiù che arriva di gran passo? È un riscossore di crediti. Mi vuol spolpare. Se mi prende addio, ai miei soldi, alla bottega e alla limo del tuo padrone.” Esordì urlante per sovrastare il rombo del vespino, il Gustavo.
“a chi devi i denari? E quanti?”
“Alfedo devo somme a tanti e non le contai mai nel senso di somme sommate insomma…”

“mannaggia a te! Il mio padrone è malato. Portami indietro e dammi la limo, pensa tu ai tuoi scorni. Il mio padrone è malato, ci tiene a vedersi con la sua figlia egli.”

“Egli dovrà aspettare, se ci tiene alla sua figliol donna. E tu dovrai aspettare se ci tieni alla limo”. Categorico Gustavo ingranando la terza.
“sappilo Gustavo. Non finisce finchè non avrò la limo!”
E com’on la quarta esplosiva entrò.

Addietro lorsignori, vi stava Il Sandrone, omone di 120 chili, che affannato nella giacca e cravatta con tanto di borsa per le 24ore agitava un braccio e dispensava “Hey voi fermi!”. Il Sandrone, aveva appena aperto un’agenzia tutta sua di riscossione crediti coronando il suo più grande extrasogno di sempre. Però già al suo primo incarico stava cileccando alla grande. Con il Gustavo meccanico in fuga con vespino annesso e ospite probabilmente armato annesso.
“diamine diamine”.
“Adesso chi la sente quella strega della signora Alda.”
Qui il genio del Sandrone scatta di un extra dose di materia grigia e scarica il barile inviando un messaggino al fine di slalomare il faccia a faccia con la strega suddetta:”Signora, non ho ancora recuperato la somma di money. Ma non si preoccupi, sappia che non finirà finchè non avrò la somma par intiero”.

La Alda leggendo quel messaggio andò in bestia totale. Era in un negozio di cristalli di Boemia per comprarne uno sagomato a pattinatore. Era un presente per il suo padre malato che compiva gli anni. Stop pausa: “Qualche babbio, tra di voi, non ha capito chi è il vecchio in decomposizone?”
Ok, riprendiamo manca poco.
La Alda però già rabbiosa di sua indole, era oltremodo irritata dall’imbarazzo proferito dal fatto che stava accumulando ritardo e dall’attesa del suo denaro.
Purtroppo essendo suo padre ricco di soldi, tutti i suoi dollaroni di lei venivano da egli. E di certo non quindi, non gli poteva chiedere i soldi per il suo proprio presente.
Quindi la Alda appunto ricorse all’escamotage del riscossore dei crediti al fine di far onorare un vecchio credito di juventute contratto con il Gustavo.
Il negoziante le stava facendo segno che presto avrebbe chiusa la baracca e i burattini.
“Santo mattone, maledetto tu e i tuoi puppets! venditore mi ascolti, sappia che non uscirò di qui finchè non arriverà il mio pard con il mio dinero.”
Categorica ella fu.

Peccato che nel frattempo il vecchio era morto.

3 commenti:

  1. te lo invidio in svariate way-...

    cioe' lo leggo in vidio
    e gia' da mo te l'ho in videata....

    e naturally lo invidio perchè xe beo!

    grande Pippo
    :D

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  2. Gli alieni invadono la terra? E mò sò cazzi!

    Intricato ed accattivante al punto giusto!

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