L'incipit della settimana

ELABORATO TESTUALE DI TOT PAROLE: "L'antico vaso andava salvato"
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venerdì 8 luglio 2011

L'IMPORTANZA DELLA FORMA CIRCOLARE. E UN SOSPIRO.

Se gli avessero chiesto "Cosa vorresti fare nella vita?", Lui avrebbe risposto con un lungo silenzio, e un sospiro.
Egli era così: taciturno - meditabondo - incorniciato da un'aria eternamente affranta.
Il suo sguardo vagava in luoghi remoti, fisso ed immobile ma perennemente altrove.
Il suo tempo, il suo spazio erano più che mai indefiniti.
Egli era giovane, ma non era sicuro di potersi definire tale.
Si conosce la salita solo avendo esperienza della discesa, no?
Egli non l'aveva.
Egli si sentiva una maledetta linea retta, mentre tutti gli altri si percepivano o potevano percepirsi come forme circolari.
Gli altri gli erano distanti e questo lo rattristava.
Gli altri lo cercavano, erano in tanti a farlo, ma il punto è che nessuno Gli era amico.
Gli uomini e le donne che Lo circondavano generalmente Lo rispettavano, eventualmente Lo ignoravano.
E allora, come si può essere così mesti e desolati? C'era certamente chi stava peggio!!!
Ma si, Egli lo sapeva, doveva considerarsi fortunato, dopotutto era piuttsto raro avere i privilegi che Lui poteva vantare.
Ma...vantare con chi?
Egli si sentiva solo. è abbastanza chiaro?
EGLI / SI SENTIVA / SOLO.

Ad ognuno di noi capita di essere coscienti di tutte le fortune e gioie e grazie ricevute ma, nonostante queste, pensare di essere soli al mondo.
Il Suo intero essere era incastrato tra eterno stato di grazia e profonda solitudine.
PARADOSSO: + privilegi = + distanza; + distanza = + solitudine
Da ciò nasceva il Suo introverso mutismo ostinato.
Ecco perchè se qualcuno Gli avesse chiesto " Cosa vorresti fare nella vita?", Lui avrebbe risposto solamente abbassando il capo ed emettendo un lungo sospiro viscerale.
La VERA questione, il vulnus del Suo noioso scorrere risiedeva precisamente nella terribile forma condizionale in cui la domanda era posta.
Tutti noi, sin dall'infazia, siamo martellati dalle DOMANDE MOLESTE: "Che lavoro vuoi fare da grande?", "Chi vuoi diventare?", "Cosa vorresti fare nella vita?"
Interrogativi - questi - quantomeno inflazionati ma, in fin dei conti, essenziali ad uno scorrere della vita che non sia mera inerzia.
Egli invece non era abituato a codeste domande, nessuno si interessava a cosa avrebbe voluto fare nella vita, ma c'è di più: si era sempre dato per scontato che quello che da sempre faceva fosse di Suo gradimento.
Egli, di tanto in tanto, era solito concedersi una dolce illusione: poneva a Sè stesso la fatidica DOMANDA AL CONDIZIONALE e si immergeva in un mare di vite altrui, immaginandosi un ruolo per ogni fase delle Sue nuove, innumerevoli esistenze oniriche.
Tutto ciò poteva durare anche per dei lunghissimi istanti, salvo poi concludersi ogni volta allo stesso modo: improvvisamente si ricordava chi e cosa era veramente ed emetteva il solito, laconico, sospiro.
"Sarebbe bello se qualcuno mi chiedesse cosa voglio fare nella vita..."
Ma Egli, semplicemente, non avrebbe potuto essere destinatario di tale domanda.
Perchè?
Semplice. Il terribile condizionale si sarebbe dovuto sviluppare in questo penoso quesito:
"Che cosa vorresti fare nella vita...se ne avessi una?"
Egli una vita non ce l'aveva.
Una torta è buona solo se non la mangi per l'eternità.
DIO NON HA UN INIZO NE UNA FINE.

2 commenti:

  1. ma no... ti posso assicurare che anche un dio può essere felice....

    ce n'era uno greco utilissimo, che tutti invocavamo la mattina e la sera prima di uscire....

    era il dio odorante.

    p.s. è sempre bello quando porti un racconto, i miei commenti sono sempre quelli, ma sono veri, e' straFICO!

    :D

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  2. il cerchio è perfetto, la linea no...

    bello bello!!

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