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domenica 24 luglio 2011

FINZIONI

UN

giorno di ordinaria

follia inizia con l'ordinario

mistero di una luce che sorge

dal lontano

orizzonte.

Il chiarore si diffonde attraverso

il volo

frenetico di milioni

di particelle silenziose impegnate

nella loro panteistica, sacra

missione:

illuminare questa

terra.

La temperatura si alza

gradualmente seguendo

il ritmo della

luce

che aumenta, mentre questa

si fonde con infinite particelle

d'aria

e partorisce un colore

non più di questa

terra.

È...


GIORNO.

Come un'arca di Noè

sospesa nell'aria

esso arriva,

è naturale.

Il mondo ruota, l'autostrada

fluisce

nell'incessante ricerca di altro

asfalto.

Vedo, e loro vedono

me.

Vedo: strani esseri, metamorfiche

creature in mezzo a campi

assolati di puro

nulla

e giallo grano. Nutrimento,

e storia.

Uomini? Strani corpi,

movenze animali, non vedo

gli sguardi, forse

alieni?


DI

fronte a me c'è un muro

di caldo, una cascata che

allontana

le aquile e i pensieri troppo lunghi.

Il tempo, qui, è reale

illusione,

è specchio

per allodole da

manicomio;

vuole essere, ma non sarà

mai. Ora, le ore, sono diga

di sassi per contenere

la pazzia.


ORDINARIA

convivenza come se

nulla fosse e

nulla è, a bordo autostrada, tra aratro

e pensieri dell'altro

mondo. La volta

celeste mi segue come farebbe

un cappello di paglia

soggetto

solo alla brezza

e agli uragani. Vecchi casali senza più

tetto, parlano al vento come

navicelle

spaziali di spedizioni

aliene

dall'orbita tristemente

annegata,

qui.


FOLLIA.

Siamo solo bambini,

e vecchi.

Vedo

solo bambini e vecchi.

Le uniche vere

età della vita. Il resto

è chiaro, è finzione.

Ciò che rimane, lì nel mezzo, è

messinscena per uomini

insicuri,

per tutti

noi. Qui, gli attori non

varcano

i confini: solo bambini,

e vecchi.

Bambini diventano

vecchi, nelle ore fresche i vecchi

diventano

cenere

da cui nascono nuovi

bambini come

l'araba

fenice antica storia scrisse, solo

loro eredi inconsapevoli.

Bambini,

e vecchi, solo loro.

È PUGLIA.

2 commenti:

  1. Ora, le ore, sono diga

    di sassi per contenere

    la pazzia.


    mia piccola padrini... solo un grazie.

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  2. peccato non averla sentita letta;
    se in mille km scrivi questo, chissà cosa ci porterai dalla Turchia!

    RispondiElimina