L'incipit della settimana

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sabato 9 luglio 2011

1. Quei risvegli di coscienza

Se gli avessero chiesto "Cosa vorresti fare nella vita?”, lui avrebbe risposto con piacere, pensando che era proprio una bella domanda, questa, una questione che lo toccava nel personale, soprattutto dati i recenti avvenimenti intercorsi tra la fine del suo lavoro a progetto e le ultime novità che lui preferiva chiamare incidenti di vita… Avrebbe sinceramente ringraziato dell’interessamento: è così piacevolmente raro ricevere tali attenzioni da un estraneo, e il sottile piacere soggiace soprattutto nel fatto che una domanda così inattesa può talvolta, nel caso di certe empiree (e empiriche) connessioni, scatenare un incontro di anime che predispone il core ad aprirsi a inaspettati e profondi scambi. Sì, perché quando devi tornare a monte della tua esistenza per donare un minuscolo bagliore di te che sia a suo modo comunque significativo, lasciandoti interrogare da uno sguardo estraneo che nulla può ancora presupporre su di te, beh questo può essere rivelatore e chiarificatore per te medesimo. Quante volte gli era capitato...Io…e l’altro… Quale misterico movimento ondoso di ritorno in sé, aprendosi per vedersi restituire un riflusso di coscienza che porta con sé l’impronta dello scoglio sul quale si è infranto…

“Cosa voleva fare nella sua vita”… Sì, ma anche, “Cosa voleva, o poteva, aspettarsi”, dalla sua vita... Si sentiva proprio nella buona disposizione d’animo per discutere di temi profondi e interiori: lo squillo aveva squarciato dei pensieri sonnolenti e stagnanti mentre inespressivo faceva tintinnare il cucchiaino sul bordo della tazza del caffelatte senza che ci fosse più alcuna goccina da far cadere…quel raccoglimento pregresso era il perfetto presupposto ad una confessione catartica sulle sue paure e le sue aspirazioni più recondite. Era lì, aperto a se stesso e al mondo. Nudo.

Eh sì, se gliel’avesse chiesto… L’altro, dalla parte opposta della cornetta aspettava ancora, ma con un respiro pian piano più spazientito. Un rauco colpetto di tosse, puff alla magia!

Checcavolo voleva dire “Un sondaggio sull’olio extravergine?” Ma, ti pare plausibile che uno chiami a casa per domandarti nel pieno del tuo dormiveglia mattutino “Quanti litri di olio usa all’anno”? Che gli può servire saperlo? Volesse anche vendermelo, non dovrebbe (scusa!) propormi qualche fantomatica proprietà oligoalimentare, lassativa, gustativa, emolliente, colorante, lubrificante, economizzante del suo olio, invece di chiedermi QUANTO olio(???) uso all’anno? Sempre con ‘sti sondaggi pre-offerenti che sembrano voler rompere il ghiaccio mentre ti ingessano imbarazzato proponendoti degli interrogati euclidei!, adesso dovrebbe dovuto mettersi a calcolare quanto olio consumava…allora, comprerò si e no una bottiglia ogni 3 settimane…bottiglia piccola, vivo da solo, quindi 75cl…ogni 3 sett..quante all’ANNO?cacchio se erano 4 era più facile, 12mesi per…facciamo no 12, ci aggiungiamo quanti?…14-15, per 75… Ma fammi direttamente un’offerta di paniere 5 al prezzo di 3 o che diavolo ne so, e non gettarmi in un abisso d’inquietudine e d’imbarazzo perché non so risponderti ad una domanda che TU, sconosciuto impertinente, mi poni come la più scontata, tipo “quando sei nato” o “quanto tempo ci impieghi ad andare a lavorare”: quanto olio utilizzo all’anno?? Dimmi te se uno sconosciuto deve sbrindellare la sottile patina di privacy del mio castello per depredarmi di informazioni ebeti: se proprio qualcuno deve scomodarmi dal mio caffé semi-freddo e proporsi amicalmente a me con un “Buongiorno!”, chiedimi almeno qualcosa che non mi spaventi…

Un disagio distribuito ovunque, un assedio urbano del controsenso…come l’omino riciclato a customer care ricoperto da una blusa incerata più grande di lui dei colori del supermercato quasi fosse la caricatura di un contradaiolo senese MA dall’improbabile accento veneto-cingalese che mi interroga su quanto detersivo utilizzo, poi (vista la mia incompetenza in materia di consumi e lavatrici) se fossi o meno soddisfatto del “bacino di capienza”dei carrelli della spesa e dell’azione certosina di integrazione ad opera dei responsabili dei “dispensatori mercendari su ruota”(a ‘sto punto, rollator per nonne con vano portatutto, seggiolone deambulante da supermercato, contieni alimenti con poggia borsa incorporato, veicolo base per Jackass in erba…).

O dell’altro ieri, quando tornando a casa una graziosa squinzia mi aveva apostrofato in maniera irriverente masticando sguaiatamente un chewingum con “Ciao! Scusa, ma tu leggi?”, senza esplicitare se intendesse insinuare che avessi una qualche espressione da analfabeta…

La gente ti comincia a far riflettere su cose davvero bizzarre, con certi interrogativi…

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