L'incipit della settimana

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venerdì 10 settembre 2010

(in)tolleranza

Ancora intorpidito dal sonno si diresse verso la porta di casa, curioso di sapere chi potesse essere a quell'ora del mattino. Non ne aveva assolutamente idea. Era domenica, quindi nessun postino, tecnico di chissà quale diavoleria…E non conosceva nessuno visto che viveva a Londra solo da 4 settimane. Aprì la porta. Un volto familiare. Sesso femminile, sul metro e sessanta, capelli bianchi, faccia spappolata dalle rughe, siluette a botte devastata dall’età, caviglie gonfie e tutto condito da un cocktail olfattivo di vecchio e polvere. Era la sua vicina, la signora del primo piano, la vedova Mayer.

Così esordì l’ignaro aprendo la porta ad una giornata che si rivelerà molto particolare.
-Salve signora Mayer- A stento trattenne uno sbadiglio, che gli deformo il viso.
- Buongiorno signor Lucas!- disse la vecchia esibendo un sorriso ( ed una gialla dentiera)
- Luca signora, mi chiamo Luca sono italiano.
-Ah mi scusi, sa alla mia età…-sorrise, di nuovo, giallo ocra.
-Non si preoccupi, davvero, Piuttosto mi dica che posso fare per lei…
-Niente Signor Lucas, volevo solo dirle che, certo non io-sorrise, giallo curry- ma comunque un inquilino di questo palazzo, si è lamentato per alcuni rumori diciamo…sa com’è, il quartiere qui è molto tranquillo, anche perché è abitato da persone anziane…di contro si richiede uno stile di vita altrettanto tranquillo e…
La interruppe, aveva l’impressione che sarebbe potuta andare avanti per sempre accumulando frasi di circostanza – Signora, con calma…rumori? Quali rumori?
-Vede signor Lucas, il colonnello Pam, è su tutte le furie…l’ho incrociato giusto stamattina presto, parla di rumori intollerabili ad orari inammissibili…certo io non mi lamento, sto al primo piano! Ma il colonnello sembrava convinto che tali rumori venissero dal suo appartamento…
Interrompiamo momentaneamente l’anziana vedova per introdurre un personaggio di cui vale la pena dare una breve descrizione, anche se mai lo incontreremo tra le righe di questo breve racconto.
Il colonnello Pam era un reduce di guerra. A prima vista, per lo stile decisamente retrò poteva sembrare un reduce di almeno 3 conflitti: indipendenza degli stati uniti, prima e seconda guerra mondiale. Avrebbe potuto avere tranquillamente 2-300 anni, curvo e secco, baffi a manubrio grigi come la nebbia su Londra e dulcis in fundo mano di legno, appositamente pensata e progettata per accogliere la sua gigantesca pipa. Il colonnello occupava l’appartamento esattamente sotto quello del nostro amico. (il quale rimane tutt’ora ignaro della follia che lo attende da qui a poche righe)…ma torniamo al dialogo tra la vecchia signora del primo piano e l’italiano.
- Ma mi scusi, di cosa si sarà mai lamentato?
- ehm….rumori.
- Rumori?
- Si, di certo di rumori. Ad ora tarda, molesti, inammissibili.
- Certo signora me lo ha già detto, non le ha riferito altro?
- Ehm si si, tanta gente che camminava…una festa forse?
- Impossibile guardi, una festa! Sono qui da qualche settimana e ancora non conosco nessuno…
- ...senta signor Lucas, la devo avvisare che secondo il regolamento di questo palazzo qui sono vietate le feste o eventi rumorosi ad ore tarde…sa qui abitano tutte persone anziane…che vogliono stare tranquille..certo io non mi lamento di lei, sto al primo piano, si figuri!- sorrise, la sabbia del Sahara.
- Le ripeto, non ho fatto nessuna festa o cose del genere… sono anche andato a dormire molto presto ieri!
- Forse le converrebbe invitare i suoi amici all’ora del te…
- Va bene, va bene- si arrese- grazie per avermi avvisato, andrò a fare le mie scuse al colonnello…
- Ma signor Lucas! È troppo tardi! Doveva andarci prima! Come già le dicevo…il colonnello è già su tutte le furie…non le darà ascolto..
- Ma prima quando scusi? Si parla di questa notte…feste inesistenti, eventi successi mentre dormivo! Cosa dovrei fare?
La vecchia fece vibrare il suo curvo scheletro in un movimento riconducibile al più comune “spallucce”, sorridendo ( zafferano).
- ohh, pazienza non si può andare d’accordo con tutti…-disse tra se e se spazientito – signora grazie ancora, ma credo che il colonnello se ne dovrà fare una ragione…
- oh, capisco, ma vede…non è l’unico a lamentarsi di lei…
- Eh scusi? Come? Chi altro? Ma come è possibile?-avrebbe voluto bestemmiare, in italiano, ma decise invece di inspirare con forza e tranquillizzarsi.- Le chiedo scusa signora, gentilmente, chi si lamenta?
- Tutti. Cioè, quasi tutti, io no di certo sa signor Lucas sto al primo piano! Come potrei mai…
- Tutti…tutti? Ma ne è sicura, è qualcosa di incredibile… cosa dovrei fare? Scusarmi con tutti per qualcosa che non ho fatto?
- Forse non avrebbe dovuto dare una festa a tarda notte…
- Ma non ho fatto nessuna festa!
- Non urli..non peggiori la sua situazione…accetti il mio consiglio…e si calmi! Non vorrà che qualcuno chiami la polizia??
- La polizia? E perché mai!
- La brava gente di questo palazzo è stufa di rumori notturni e schiamazzi provenienti dal suo appartamento…se in più si mette ad urlare a quest’ora del mattino…certo io non potrei mai sentirla…sto al primo piano sa!
Stava per ribattere quando dalla tromba delle scale cominciò a salire un forte rumore di passi veloci…
- oh deve essere la polizia?
- Ma come? La polizia? Ma non è possibile ci deve essere un errore…
Si interruppe, tre figure si proiettarono sul pianerottolo.
Eccoli qua: tre splendidi sbirrozzi tirati a lucido, neri come corvi, possenti come statute.
- E’ lei la signora Mayer?- disse quello che doveva essere il più alto in grado.
- Si sono io agente…lui…è lui…non ci fa dormire… fa rumore..tutte le notti…gente altra gente un supplizio..ci sono almeno otto spettabili persone di questa palazzina che possono dar credito alle mie parole.
- Ci pensiamo noi…mi deve firmare il verbale per la notifica della sua chiamata alla centrale.
- Certo agente..-rispose la vecchia polverosa.
- Ma signora Mayer! Lei, come ha potuto?
- Signor Lucas, l’avevo avvertita…
- Mi chiamo Luca Cristo Santo!
- Bestemmiare non l’aiuterà signor Lucas. Se ne vada. Immediatamente se ne torni in Italia, dove vi piace tanto urlare. Ci lasci in pace. Se ne torni a casa. Quelli come voi a noi non piacciono.

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