L'incipit della settimana

ELABORATO TESTUALE DI TOT PAROLE: "L'antico vaso andava salvato"
STRINGA AUDIOVISUALE DIGITALE PROVENIENTE DA QUALCHE SERVER: "Youtube"
RETTANGOL CARTPLASTIC CONN'IMMAGIN STAMPAT QUAS BEN:"Perdita di tempo"
Ctrl+c, Ctrl+v, STAMP-E-PORT-LE-FOGL:"Glutammati sto sodio"

lunedì 20 settembre 2010

fra sogno e realtà

"Appena riprese i sensi si accorse di non riconoscere il luogo in cui si trovava"

Si guardò intorno e immediatamente capì che la sbronza del giorno precedente aveva fatto fin troppo il suo dovere. La luce ormai aveva riempito la stanza e il sole già alto filtrava dai pesanti tendaggi. Sdraiato sul tappeto sporco di chissà quali ambigue sostanze cercò di fare il punto della situazione. Ieri sera un po’ preso dallo sconforto aveva deciso di uscire e lanciarsi in una festa improvvisata a casa di amici. Un bicchiere tira l’altro e così in poco tempo le cose si deformavano, i mobili giravano, le persone distorcevano la voce e le sigarette continuavano a cadere di mano. Si ricordava però solo un ultima scena lui una ragazza e un ballo sfrenato sul tavolo.. ma quella non era la casa che ricordava. Dove diavolo era finito? La testa gli doleva molto e l’alzarsi sembrava veramente utopico. Improvvisamente girò la testa e vide che non era solo in quel sudicio tappeto. Una chioma bionda gli sfiorava il viso e a questa un corpo sinuoso e candido vi era attaccato. Piacevolmente colpito dalla situazione cercò di guardarla meglio per tentare di ricordare gli avvenimenti precedenti e magari riassaporarli poiché con un corpo così sarebbe veramente stato uno scemo a lasciarsi sfuggire una tal occasione. Con la coda dell’occhio tentò di sbirciare il resto.. la ragazza era coricata leggermente di fianco, gli volgeva le spalle bianche ed era avvolta solo sulle cosce da un lieve lenzuolo...ma non ricordava che fosse quella la donna con cui si era lanciato in balli provocatori e un po’ troppo sferzanti per la sua età. Così decise di farsi forza, superò i conati di vomito che gli venivano, i giramenti di testa e decise con delicatezza di scostarle i capelli dal volto per intuirne i lineamenti. Due occhi bianchi con una piccola e ferma pupilla lo travolsero. Occhi immobili, pietrificati. Dalla bocca carnosa e perfetta un rigagnolo di sangue colava sul collo lungo e sublime della ragazza. Improvvisamente l’uomo si alzò cercò di spostarla ma un corpo ormai freddo non rispondeva agli stimoli e ad ogni spinta dell’uomo ricadeva pesante sul tappeto. L’uomo si guardò le mani.. ormai non riconosceva che sangue su di esse, sangue scuro, amaro. E vide che i suoi vestiti ne erano pieni. Ed il tappeto ricoperto anch’esso, anch’esso di orrore omicida. Ricadde su se stesso accanto all’ormai cadavere, le mani al volto, le lacrime anch’esse troppo impaurite per scendere..che diavolo era successo?

La donna era stata evidentemente pugnalata più e più volte al petto e al ventre. I seni che qualche ora prima erano caldi e sodi, che avrebbero creato voluttà in ogni uomo per la loro prorompenza e pienezza ora erano squarciati e inzaccherati in un color purpureo che inondava tutto il circostante. Non avrebbe mai creduto che un corpo umano potesse perdere così tanto sangue. Cercò di riordinare le idee.. non poteva certo essere stato lui.. cercò di alzarsi, un forte capogiro lo prese ma riuscì a reggersi sulle gambe, voltò le spalle al cadavere per cercare di vedere la stanza.

Le altre finestre erano tutte coperte dai pesanti tendaggi di velluto rosso e così il sole non riusciva a passarvi. Per quanto ormai fosse pieno giorno solo la finestra sopra il cadavere permetteva di intravedere. Cercò di abituare gli occhi alla penombra, fece qualche passo e i suoi piedi nudi toccarono qualcosa di appiccicoso ma allo stesso tempo ancora fluido. Si guardò le dita e vide che il piede era totalmente coperto di un liquido rosso ormai quasi rinsecchito..

Protrasse lo sguardo qualche centimetro più avanti e una mano, un’altra mano non la sua, non quella della ragazza era distesa sul pavimento. Improvvisamente un rumore.. un cigolio come di una porta, l’uomo si affrettò verso il rumore ed un gatto vecchio e tozzo gli saltò addosso miagolando come se lo stesse accusando.. sei stato tu.. povero pazzo.. sei stato tu.. l’uomo urlò i suoi nervi ormai non riuscivano più a reggere, le mani gli tremavano, la faccia era bianca, un cencio. Non riusciva più a pensare,la donna, poi l’uomo.. com’era possibile.. in lontananza un rumore, come di una sirena... sempre più vicino alla casa.. d’improvviso si svegliò. Era stato solo un tremendo incubo.. un pazzesco viaggio del cervello sorrise fra se e se sbattendo lentamente gli occhi. Sbadigliò.. e pensò che strano credevo di essermi sdraiato sul divano ieri sera non sul tappeto.. voltò lo sguardo e una chioma bionda immobile stava al suo fianco sfiorandogli il volto...

Nessun commento:

Posta un commento