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martedì 13 settembre 2011

Sbadiglio ma non mollo

Sbadiglio ma non mollo

Nonostante la stanchezza del corpo, i pensieri gli rubavano il sonno.

Non riusciva a smettere di riflettere ed agitarsi, era come se l’ansia generale si fosse impossessata di lui, come se la massa mostruosa di cose da fare pendesse sulla sua testa a mò di ghigliottina impietosa, che può scendere a far (in)giustizia da un momento all’altro.

Le scadenze e gli impegni che lo tormentavano non erano poi così imminenti, ma il fatto che fossero così tanti, eterogenei, e tutti allo stesso tempo lo terrorizzavano, perché sentiva di non avere controllo, di non dominare la situazione, di essere vittima dei suoi stessi propositi. Per aiutarsi, aveva fatto come al solito una lista ordinata degli impegni più importanti, scritta per bene su foglio bianco, ogni punto con la rispettiva data o mese, e quindi aveva appeso l’inquietante foglio al muro. Ogni giorno poi si dava degli obbiettivi chiari, scrivendo tutto su piccoli foglietti inutili, che arrivavano a comprendere idiozie come “andare in tabaccheria”. Quotidianamente era però costretto a rimandare, desistere, a causa di questo e quell’imprevisto, di quella particolare coincidenza temporale, di quel dettaglio stupido che sfaldava in pezzi la sua concentrazione.

Così, mentre di giorno riusciva a giustificarsi le rinunce con ottime argomentazioni e rassicuranti scuse, di notte si annodavano i turbamenti in un vortice di paranoie. La vertigine dei piccoli rimorsi, quelli non troppo gravi, che si bloccano in un punto indefinito dell’esofago.

Si sdraiava, e più cercava di abbandonarsi alla dolcissima culla del dormiveglia, più si agitava, si rigirava milioni di volte nel letto. Pancia in su, pancia in giù, magari di lato, mani sotto il cuscino, raccolto come un gatto. Acidità di stomaco. No, nulla da fare. Pure le zanzare, cristodio. Vuole dormire! Controlla pallido l’ora…già le tre: dormirà così poco che domani non riuscirà a svegliarsi presto, e se si alza tardi non farà in tempo ad andare in posta, e se non spedisce le carte non verrà riconosciuta l’iscrizione, e senza iscrizione perde l’anno, se perde l’anno è troppo tardi… è troppo tardi… è troppo… è tardi…

Così, nel turbine dell’irrequietezza, scivolava sinistro nel mondo dei sogni che il giorno dopo non ricordi, mordendo il cuscino, cascando senza fare tonfi.

6 commenti:

  1. se "enzo" la prossima volta non legge verrà punito in maniera esemplare! è un bel racconto, che descrive davvero quello che,almeno a me, succede in questi giorni!!!!sensazioni e dettagli 10!!!bravo enzo!

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  2. Grande Enzo, Zone, Enoz, Neoz, Zeon, Zeno.

    Ben Venuto.

    Caduto senza fare tonfi, entrato senza far rumore.

    Ti aspettiamo domenica prossima speranzosi di sentirti leggere.

    Intanto goditi i racconti frutto del tuo incipit!

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  3. Baldo Enzo.
    E' tutto baldanzosamente attuale. Un sonno come una giornata molle, che fatica ad essere. appiccicata.
    oh mai god.
    ora esco. giuro.

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  4. CAVOLICCHIO non c'ero arrivata da enzo a zeno... pensavo la carlot con la teoria della lesbica batterista...ufm

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  5. !bello!
    per fortuna non mi capita mai di rimandare un impegno....
    Superbenvenuto Dott. Enzo Bidal

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  6. grazie ragazzi! calorosi e gentili nel blog come nella vita reale. bello che i due mondi si rispecchino. a domenica!

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