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lunedì 19 settembre 2011

Idraulica e disagio. Manuale di autocommiserazione.

“Che cosa intendi con puramente riempitivo?”

Marco stava seduto sul ciglio delle mura che circondavano il castello, che dall'alto guardava la città ai suoi piedi. La pietra dura di quella seduta improvvisata gli creava flebili crampi che salivano dal ginocchio ed arrivavano fino al nervo sciatico. Guardò l'amico Giorgio, che gli aveva rivolto la domanda, con lo sguardo sprezzante di chi ha la risposta pronta poiché l'aveva già preparata. Il buio della notte avvolgeva i due, illuminati solamente da un piccolo lampione che gli regalava giochi di luci ed ombre sul volto. Marco, schiarì la voce con un colpo di tosse e disse:

“Puramente riempitivo. Ogni uomo è come un tubo dell'acqua bucato. All'inizio il tubo gocciola impercettibilmente, poi la pressione interna allarga il foro rendendo il compito di richiuderlo sempre più complicato. Ecco, quando ci si accorge del buco troppo tardi si tenta di ostruirlo con un tappo piccolo. Informazione aggiuntiva: esiste un solo tappo della giusta dimensione del tuo foro. Se lo trovi presto, il tappo cresce, e lo tura per sempre. L'uomo che guarda questo problema con superficialità, cercherà con la stessa superficialità una soluzione. Si accompagnerà solo con donne facili, che ugualmente a loro non hanno trovato ancora la propria identità. Come quelle che vogliono idratare l'aridità del proprio cuore con l'effimera felicità di una bottiglia vuota. Le donne che passano ore davanti ad uno specchio per poi disfarsi il trucco così difficilmente costruito nel sudore di una pista da ballo piena, nel groviglio di altri corpi che in preda a spasmi incontrollabili agghindano tristi e solitarie coreografie.
Io semplicemente non ci riesco. Non mi accontento di momentanee soluzioni dettate dal caso e dallo stato di ebbrezza. Non voglio chiudermi ogni sabato sera all'interno di capannoni adibiti a mattatoi per l'intelligenza. Non voglio dimenarmi come se non ci fosse un domani. Non voglio puntare una preda con la smania di un cane nel periodo dell'accoppiamento. La mia ricerca sarà lenta e minuziosa. Sebbene il tempo allargherà la falla del mio cuore, io non smetterò mai di cercarne il giusto riempimento. Scusa se sfogo la mia frustrazione con te, ma non ne posso più di vedere uomini di alcuno spessore morale e culturale giacere ogni sera con donne altrettanto vuote.”

Marco prese un profondo respiro, poi soffiando lentamente l'aria dalle narici. Giorgio nel mentre si era alzato, e gironzolava smarrito intorno all'amico che l'aveva inondato di parole. Aggrottò le sopracciglia e si rivolse a lui, che sconsolato aveva abbassato lo sguardo.

“Non fa nulla, ogni tanto fa bene sfogarsi.” - prese un attimo di pausa - “Beh, ma tutto questo per dire cosa?” - gli disse, timoroso di un'altra risposta prolissa.

Marco fece una smorfia di disgusto, scosse le spalle e sputò per terra. Disse:

“Anche stasera non ho rimorchiato. Sono sbronzo, portami a casa.”

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