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lunedì 14 marzo 2011

Padania Express. Storia di vita quotidiana.

-Un passo alla volta ci arriverò.

Nonostante l’azzeramento volitivo all’impegno di tutti i giorni, il pensiero di Laura all’atto dello spegnimento della suoneria del cellulare era questo:

- un passo alla volta ci arriverò.

I piedi nudi, sottratti dal morbido calore dei piumoni invernali, cercavano rifugio nelle babbuccie color rosa, decisamente ridicole per una trentenne adulta e vaccinata, ma simpatiche e soggette a timide o fragorose risate di amici e amiche. A breve il bilocale moderno e solo di Rovato sarebbe stato bagnato dai vapori dell’acqua calda di una doccia e dal profumo del caffè escogitato dalla moka. Laura avrebbe avuto un ora per la ricostruzione giornaliera; doccia e vestiti, fondotinta, mascara e cipria. Rossetto. Scarpe color viola si gettatavano di corsa giù dal vano scale; zip-zip della Smart anch’essa viola. Tre minuti è sarebbe arrivata in stazione, da dove avrebbe preso il treno per Brescia. Lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì ore 7.42 lo strazio di Trenitalia l’avrebbe portata allo strazio quotidiano dell’ assistenza al cliente.

-Pronto buongiorno servizio di assistenza al cliente, parla Laura, in che posso aiutarla?

Non badava più a queste parole, a questa cantilena ipocrita e fintamente danzante. C’era stato un periodo dove Laura aveva affrontato questo incarico anche con attenzione alla cura e all’interpersonalità: nell’epoca post assunzione, illusa della brevità della faccenda, si era dimostrata perfino entusiasta ed ironica al rito meccanico. Poi? Che vuoi? Un università singhiozzante divenne assente di respiro e la golosità d’indipendenza la dipingono ormai da quattro anni operatrice a quel grigio call center bresciano. Ma l’idea è assente dal vizio e della meticolosità, sfugge al meccanicismo impietoso. E così, anche quella volta, a scanso di sacrifici e levatacce ce l’avrebbe fatta.

Parcheggiò l’auto, e in sgambettii furbi e bramanti di sguardi, si diresse al binario 2 . Perfetto. Pochi minuti e il treno giungente da Milano l’avrebbe accolta, non con troppi sorrisi.

-Oi Piero!

-Oi Laura!

-Come sati?

-Bene dai. La solita. Tu invece?

-Abbastanza bene dai.

Piero faceva la guardia giurata ad uno dei centri commerciali che proliferavano nell’iterland padano. Capelli cortissimi, timido di parola e d’aspetto. Se non aveva il turno notturno era facile che incontrasse Laura sulla banchina del binario, e nell’attesa oltre la linea gialla e nel tragitto di quattro fermate avrebbe fatto due chiacchere assonnate con la Laura.

Il regionale sporco e rumoroso si fermò stranamente puntuale. I due preminenti al lavoro salirono tra i primi del gruppetto di facce sonnacchiose e ebbero la fortuna di trovare due posti liberi nello stesso scomparto. Si sedettero; Laura e poi Piero.

-Non vedo l’ora che sia stasera. Finalmente venerdì. – Disse Laura.

-Già. Tu che pensavi di fare stasera?- rispose e domandò Piero.

-Boh. Sinceramente non lo so. Boh. Avevo sentito Giada e mi aveva chiesto di fare aperitivo. Poi non so. Forse teca o latino americano. Non so.

-Bah. Anch’io per stasera pochissime idee.

La blanda conversazione s’interruppe per un istante. Solo ora Laura notò che in fronte a lei era seduto un ragazzo estremamente bello, dai lineamenti pulitissimi, velati da una barba lasciata alle settimane. I capelli erano lunghi e ricci, di un moro raro ed intenso. Pensò subito al viaggiatore straniero, che viene in Italia a ripercorre i passi della cultura italiana. Ma sulla copertina del libro aperto chiari erano i caratteri e le scritte in italiano. Doveva essere per forza italiano.

-Ieri sono andato a fare un giro al Francia Corta. Giusto per vedere di incontrare un paio di jeans..- tuonò Piero nel tentativo di riprendere il risveglio di comunicazione sociale.

-Ahn. – Distratta riprese Laura. – Hai trovato qualcosa?-

-Niente di che. Prezzi decisamente troppo alti. Ma insomma..almeno mi sono fatto un giro. Sai la settimana scorsa sono andato fino in Svizzera. Devi andare. Li trovi delle occasioni pazzesche. Un oretta e mezza di macchina e ci sei..

-Anh. – svagata sibilò Laura.- Dovrò andare a farci un giro sicuramente.

Il treno si fermò. Era la stazione di Piero; Laura avrebbe proseguito per altri venti minuti fino a Brescia centrale. Piero s’alzò.

-Ciao Laura. Allora se mai ci si sente per questa sera. Buona giornata.

-Ok Piero. Dai..Buona giornata a te.

Finita la compagnia di Piero, Laura tirò fuori l mp3, pose le cuffie e dedicò lo sguardo disattento al timido sole mattutino.

Il finestrino sudicio e rigato riproduceva quasi perfettamente l’immagine del ragazzo che sostava davanti a lei. Gambe accavallate, pantaloni, maglione e occhiali di certo non all’ultima moda e piglio intenso su quel libro. Il paesaggio istoriato sull’apparato visivo di Laura si mescolava e si faceva tutt’ uno con l’immagine riflessa del coetaneo. I pensieri piatti e affermati sull’obbiettivo che da mesi si prefissava, cominciarono a seguire il susseguirsi dei pali elettrici. Zum.. Zum.. Zum. Zum zum zum. Sempre più veloci. Sempre più pericolosi. No. Non poteva permettersi il dubbio. Non ora. Era così vicino. Ma perché? Da dove veniva? Cosa faceva? Dove andava? Perché così maledettamente simile a me e allo stesso tempo perfettamente diverso da me? Ovviamente le era già capitato di trovarsi di fronte a delle persone di pelle e colori di fare differenti. Ma lui era lei. Una lei discordante, dissimile. Lui era felice. O, almeno questo le sembrava.

I pensieri furono improvvisamente interrotti: ci fu una leggera e casuale sovrapposizione di piedi sul piano rialzato che corre in basso al lato della parete finestrata del treno e a seguire un breve dialogo di cortesia. Si con lui. Proprio lui.

-Scusami.- disse lui sorridente.

-No.. .No ..figurati. – timidamente accennò Laura.

Poi.

Poi gl’assilli presero una calmata, una tirata di briglie. Si rimise la giacca. Il treno fermò a Brescia.

-Ciao.

-Ciao. –rispose lui.

Laura scese i pendenti scalini della carrozza e un passo alla volta cominciò a dirigersi sul luogo del lavoro.

5 commenti:

  1. Giovanno che figata di racconto!
    evviva i trentenni sconclusionati e incasinati!
    :D

    è interessante che tu e Paja, per caso, avete parlato di due donne, agli antipodi o forse la stessa donna in due periodi differenti!

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  2. Evviva i trentenni che notano la bellezza nel volto di qualcuno alle sette di una mattina padana...ma che senso di oppressione chi mi parla degli outlet in svizzera!! ah...sbaglio o il ragazzo del treno aveva dei connotati benineschi?! vanesia!

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  3. Colpito e affondato: storia di vita quotidiana e vissuta.
    Il tema affrontato: la contraddizione insita in noi: tensione e rinuncia al proprio potenziale.
    e chi vivrà e vedrà (se è la donna del Paja).

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  4. cmq vorrei sottolineare che ilguardiano notturno quest'anno avra' un forte sconto fiscale sui turni di notte del 2009 e 2008... pregasi di contattarlo per fare il 730

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  5. Ho scelto una donna protagonista per rimanere in tema dell'otto marzo (anche se poi non fa una bella fine). Ora voglio sapere anche il motivo del benino!

    P.S.: Pippo V. è fortissimo anche nei commenti!!!

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