L'incipit della settimana

ELABORATO TESTUALE DI TOT PAROLE: "L'antico vaso andava salvato"
STRINGA AUDIOVISUALE DIGITALE PROVENIENTE DA QUALCHE SERVER: "Youtube"
RETTANGOL CARTPLASTIC CONN'IMMAGIN STAMPAT QUAS BEN:"Perdita di tempo"
Ctrl+c, Ctrl+v, STAMP-E-PORT-LE-FOGL:"Glutammati sto sodio"

martedì 29 marzo 2011

L'anno dell'orso grizzly e una giornata di Alvise

Forse non tutti sanno che l’orso grizzly segue una dieta principalmente composta da vegetali.
Con l’arrivo della primavera comincia la sua avventura che si ripete di anno in anno: arrivare all’inverno successivo nelle condizioni fisiche per superarlo.

Forse non tutti sanno che Alvise passa la maggior parte della sua giornata a spiare la porzione di mondo che gli è offerta da una piccola finestra.
Ogni mattina si sveglia.
Poi prende le sue medicine.
Poi si apposta a guardare ciò che succede al di là del vetro.
Osserva. Osserva e aspetta. Aspetta le 17. Aspetta l’orario delle visite sperando di avere le condizioni psichiche per arrivarci lucido.

Il tempo dei risvegli dal letargo l’orso grizzly si compone principalmente di tre fasi che per l’animale coincidono con altrettante vitali sfide.
La prima è lasciare la tana sita in alta montagna. Pericolosamente scoscesa e innevata è la via verso le valli. Ogni passo si può rivelare fatale.

Ogni giorno Alvise deve lottare con il suo cervello. Combattere per la sua lucidità.
Vive in un ospedale psichiatrico.
E’ pazzo talvolta.
Talvolta, se ne rende conto.
Talvolta, no.
Sente la follia che lo chiama.
Lo ammalia come una sirena verso gli scogli.
Deve rimanere lucido.
Lucido.
Lucido.
Lucido.

Colori.
Verde.
Verde.
Verde.
Rosso.

Personefluidiluciautomobiliveloci.

Automobili…lente.
Automibiliveloci.
Blu.

La seconda fase per l’orso grizzly consiste nel corteggiamento della femmina e nell’accoppiamento.
E’ il ciclo naturale.
L’istinto.
Più forte della fame.
Più forte della sete.

La follia di Alvise si calma progressivamente grazie all’assunzione dei farmaci.
Tutto comincia…piano.
I colori si fanno più morbidi e diventano aloni.
Interviene una lucidità estremamente lenta.
Soporifera. Senza addormentare.
Tutto si fa tranquillo.
Fuori, oltre la finestra, tutto è più normale.
E’ il momento più interessante per guardare il pezzo di mondo oltre il vetro.
Gli infermieri parlano con Alvise. Così come gli altri ospiti della casa di cura. Ma lui non risponde. Non ha tempo. Fuori è più interessante. Deve guardare.

La terza fase per l’orso grizzly è il momento in cui l’animale, dimagrito durante l’inverno, intraprende la sua lotta contro il tempo: deve ingrassare. Deve mangiare.
Ora vegetali per sopravvivere.
Poi arriveranno i salmoni. Quelli che gli servono per mettere carne sotto la pelliccia. Vuole risvegliarsi l’anno prossimo. Deve mangiare.

L’effetto dei medicinali si fa più incostante man mano che passa il tempo. Questo lascia spazio nella testa di Alvise ad un alternarsi di sensazioni.
E’ drogato, quando i principi attivi si fanno sentire.
Poi momentaneamente il loro effetto si fa più debole e compaiono talvolta follia, talvolta lucidità.

Ora è pazzo.
Ora è fatto.
Ora è lucido.
Lucido.
Lucido.
Fatto.
Pazzo.
Fatto.

Lucido. DAI!
“Le 17 si avvicinano.” Un sussurrare nella sua testa. “Forse arriverà tua figlia”.

E’ in balia del suo cervello malato.

“lucido per le 17! DAI!”

I salmoni hanno completato la loro risalita e sono tornati nel luogo in cui sono nati per riprodursi.
Il pesce scarseggia per l’orso. E il freddo avanza.
L’orso grizzly se ha raggiunto il peso necessario per affrontare l’inverno può tornare alla sua tana e prepararsi al prossimo letargo.
Il ciclo è compiuto.

Sono le 17. C’è sua figlia. Di Alvise.
Gli sorride. Posa una mano sulla sua spalla.
“Come va oggi papà?”
Nessuna risposta.
E’ tutto fuori. Del resto, non gli frega un cazzo. Fuori. Guardate fuori, che meraviglia!
C’è il mondo fuori. E c’è sua figlia.
Che lo saluta e se ne va.
E’ fatto, ancora.
Poi, quando tornerà un po’ di lucidità Alvise capirà che, di nuovo, da qui alle prossime 24 ore sarà ancora attesa e oblio.


Un’altra giornata di merda.

2 commenti:

  1. Ah non posso che odiarti Pippo...

    :D

    o sono fatto e ci vedo simboli di vita semplice (il grizzly che lavora ama mangia dorme) e vita frammentata (spiare il mondo da un oblò, tralaltro il fotografo e il cameraman lo fa) e vita devastata dalla follia...

    appositamente da te fatto e cercato il senso o d'impulso generato, chissenefrega clicco facebookkamente su "mi piace!"

    tra un pò mi abituerò, quindi ti consiglio di intervallare tutti questi tiri mancini con improvvisi tiri destri :D

    hahahah

    Grande P.B.!!!!!

    RispondiElimina