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lunedì 21 marzo 2011

La Finale iniziale

Samuele che ormai andava per gli otto anni, con un dentino tentennante in via di caduta, sedeva sudato e assorto nella contemplazione dei giochi.

La palla rimbalzava qua e là come fosse tirata da un filo invisibile che attirava a se la corsa di tutti i bambini intenti disperatamente a raggiungerla. Samuele con i suoi grandi occhi miele osservava le corse impazzate e desiderava intensamente unirsi al ritmo sfrenato.

Le mani piccole, sporche di terra, si tenevano l’una e l’altra contraendosi e rilassandosi di continuo in vista di ciò che il suo attento sguardo osservava. La maglietta di Samuele era rigata da macchie verdi di erba e la sua fronte umida di sudore era sovrastata dal ciuffetto dorato che rendeva ancor più candida la pelle e i lineamenti del viso. Il ginocchio sinistro era gocciolante di sangue sporco di terriccio nero.

Ogni tanto sul bordo inferiore dell’occhio scivolava una lacrima che gli rigava la guancia, però con i denti stretti guardava i compagni sfrecciare da un’area all’altra del campo smeraldo. Samuele si toccava gli occhi, li grattava cercando di trattenersi nel silenzio che però era infranto da rari gemiti di cui si riappropriava immediatamente e ritornava, come se stesse rispettando un ordine impartitogli dall’alto, sull'attenti in una postura estremamente dignitosa ed adulta.

In effetti lo avevano segregato in panchina nonostante la sua agilità in campo fosse l’ingrediente speciale di tutte le partite fatte fino a quel momento dalla sua squadra.

Lui così minuto nel corpo riusciva a creare un rapporto intenso con quella sfera maculata e la riteneva l’oggetto magico della sua fiaba in cui lui era il protagonista e il grande eroe.

Ma questa volta a dispetto delle sue aspettative, nel grande prato verde, non era lui ad averne il controllo magnetico.

Infatti la sorte aveva scelto per lui. Dopo soli dieci minuti dall’inizio dell’incontro, ecco che il fango ha minato l’appoggio del suo piedino distorcendolo in una violenta caduta. Così Samuele si è scontrato con una fine inaspettata della sua storia.

Però a questo punto non si chiedeva più se esisteva un lieto fine ad ogni fiaba, ma si rese conto per la prima volta che la conclusione della sua fiaba l'avrebbe scelta lui, magari più avanti... fregando così la sorte.

4 commenti:

  1. un bambino è diventato ometto!

    mi piace il final, bisogna rialzarsi quando si cade!! :)

    grande Ana!

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  2. Che perla. Bello. Scritto in tempi da record!!! Che dedizione al circolino.

    Come dice il Pippo V (spacca,sembra Pippo Quinto)

    Grande Ana!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Non sò perchè ma mi viene da accostare l'aggettivo sinuoso al tuo racconto.
    Si, è sinuoso.
    me garba la parola sinuoso. e il tuo racconto.

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