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lunedì 14 marzo 2011

360 PIAGHE SOTTO I PLANTARI

469 euro spesi per questa corda in fibra elastica da Sportler e nonostante questo, i nodi mi si conficcano sempre più violentemente nelle piante dei piedi. Accidenti!

Ma non devo focalizzare la mente su questi pensieri negativi, ora devo concentrarmi sul peso del mio bastone. L’impugnatura mi sembra solida, gli estremi ondulano e si bilanciano con armonia da sinistra verso destra trovando il proprio baricentro nelle mie anche. La colonna vertebrale è ritta sull’osso sacro? Si! Lo sento, è ben fisso anch’esso. La mente sta al di sopra del corpo e ne ho il controllo. La massa del mio corpo finalmente non getta più ombra sul terreno, intorno a me c’è solo il vuoto, il terreno è a 360 piani più in basso, 360 piani più in basso… e l’altezza… non mi fa paura, L’altezza non fa paura! Non mi ha MAI fatto paura. Un passo alla volta e potrei camminare per distanze infinite, basta solo annullare i bisogni, infatti ho ridotto il cibo mensile e sto raggiungendo l’auto sostentamento naturale come le piante. L’energia del corpo si concentra nei punti muscolari e divento tutto un nervo teso come la corda che mi sostiene con lo sguardo fisso sull’altra estremità. QUESTA è CONCENTRAZIONE! Sospendere se stesso su se stesso. La mente è al di sopra del corpo e il mio corpo segue ciò che la mia mente medita. Camminare nel vuoto, su una corda sospesa tra i due palazzi più alti del globo e… riuscirci nonostante questo dolore lancinante continui a segarmi i piedi… No, no, no, bisogna concentrarsi sull’obbiettivo, tendere verso l’estremità opposta siamo fatti per superare il vuoto.

Rivivere la sensazione del carma Carmelano che il maestro funambolo mi ha tramandato nell’ultimo seminario funambolico sul monte Korkukwi, allora diceva… ah si:

“Come tronchi di alberi ospitano feline zampe di volpi korkukwiane così le liane ospitano i plantari flessibili degli umani piedi.”

I piedi sono il centro degli impulsi nervosi di tutto il corpo e permettono l’equilibrio dinamico di ogni singolo passo. Ma lo vedo… l’arrivo è vicino, l’estremità opposta è a pochi metri e finalmente mi libererò da questo dolore, ma ancora come diceva il maestro:

“Dalla notte dei tempi è risaputo che i piedi anche se nel punto più lontano fan si che la mente stia dov’è.”

Anche le antiche virtù vedono i piedi in ruolo fondamentale, li chiamano il “secondo cuore”, infatti ogni volta che si appoggia il peso sul piede, le vene e i capillari vengono compressi e il sangue viene spinto dalla periferia verso il centro. Ne viene così assicurata la circolazione in tutto il corpo... incredibile... e in questo momento sono strozzato tra le fibre elastiche della corda… maaa… la lunghezza del mio bastone si erge da sinistra verso destra e come ali di uccello e coda di ghepardo slancia i miei passi in dirittura d’arrivo… Eccomi estremo altro! Eccomi grattacielo che ti ergi alto sulla città nebbiosa! L’umidità delle nuvole mi bagna i peli del mento, il sudore della fronte è asciugato dal fresco vento di altitudini montane, ma mi trovo a guardare finalmente in giù e vedo luci del tardo meriggio illuminare la trafficata metropoli e io quassù a meditar sui miei passi.

3 commenti:

  1. Benvenuta Ana!!

    L'equilibrista affascina... perchè diamine rischiare la vita su di un cavo...
    figo il discorso sui piedi...
    collegato alla realta' solo da una corda da tot euri... e questa realta' gli fa male:D

    uno dei palazzi era Mr T, l'altro ero io con Pippo B. a spalle:D

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  2. che dire...vibrante!! complimenti Ana, mi piace come scrivi.
    Silvia

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  3. Grande Ana!
    Quello che poi non si può leggere fra le pagine di questo blog è la recitazione affascinante con cui ce l'ha raccontato.

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