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venerdì 26 agosto 2011

in viaggio con gli occhi verdi

maledizione lo sapevo che mi avresti seguito. Adesso sali in macchina e non fiatare.

Ci mancavi pure te. Adesso siamo al completo.

La macchina era piccola, una piccola panda gialla. E stava correndo con una musica pazza verso una meta indefinita. Il conducente era il conducente, non era nè corpo nè anima, solo uno come tanti, anzi uno come tutti. Con i capelli neri, o grigi o rossi, con il naso piccolo o grande, con le mani ferme o tremanti, con la maglietta aderente o larga, verde o azzurra. E i sandali ai piedi, quelli si perchè era estate, una torrida estate. Al suo fianco una donna dai lineamenti sittili e uno sguardo deciso,, i capelli ramati lunghi fino alla vita e leggermente ricci. Le lentiggini sul naso candido e gli occchi verdi. Le mani sottili si accarezzavano il lobo dell'orecchio da cui pendeva un orecchino color oro. Il vestito era leggero, un poco stropicciato e bianco cotone fino alle caviglie da cui partivano semplici sandali castani che si incrociavano e nacondevano fra le caviglie sottili. Dietro il guidatore un ragazzino con gli occhiali scuri e gli occhi verdi, verdi anche lui. Con le mani incrociate, con lo sguardo insospettito teneva le ginocchia strette strette al petto e di volta in volta guardava fuori con fare furtivo.

la macchina si fermò a lato della strada sterrata e con una piccola franata inchiodò ai piedi della terza immagine. Un viaggiatore con lo zaino in spalla dallo sguardo furbetto, con un sorriso ammagliante e la tenda a penzoloni in una mano. Le spalle grandi di chi ne ha viste tante e non ne ha ancora abbastanza. I capelli corvini, al vento e gli occhi verdi, verdi anche lui.

"pensavo non saresti venuto" disse il conducente
La donna guardò il viaggiatore con occhi curiosi. Un forte legame c'era fra loro. Lo sentiva nell'aria. Non poteva non salire su quella macchina, pensò, non sarebbe stato lo stesso altrimenti.

Il ragazzino nel contempo non avrebbe voluto che ciò accadesse, voleva star tranquillo, con la presenzaq del viaggiatore tutto sarebbe tornato a galla. Voleva solo un viaggio tranquillo. Maledizione dissefra sè e sè.

La polvere creata dalla macchina in frenata nel frattempo si era riposta a terra e iniziò a salirte un vento tiepido che permise a tutti di respirare. un respiro di trepidazione, uno di angoscia e uno di rassegnazione.
il viaggiatore ripose la sua valigia nella panda gialla


Il conducente ripartì e sorrise. Un viaggio non era un Viaggio senza... l'Amore, la Paura e il Passato. Non avrebbe potuto liberarsi di loro, mai.

1 commento:

  1. per fortuna c'è il blog per rileggere i racconti:D

    voglio viaggiare pure ioooo

    bellllo Giulia!

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