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lunedì 1 agosto 2011

La legge di Murphy


Premessa: Questo racconto è stato trascritto sullo schermo di uno smartphone. Potrebbero esserci degli errori.

Spense le candeline e desiderò di dimenticare all'istante i suoi problemi, di trovarsi in una città nuova e sconosciuta. Chiuse gli occhi ma non accadde nulla. Dannata superstizione! Si sa che i desideri non si avverano mai per magia. Il giorno dopo si svegliò e con il suo compuer prenotò il primo viaggio che gli venne in mente. Arrivò nella città prescelta senza conoscere nessuno, girovagando senza meta, sapendo a malapena cosa volesse o potesse vedere. I pub disseminati lungo tutte le strade della città lasciavano all'esterno buttafuori che certo non invogliavano l'entrata. L'eroe fuggì dagli standard turistici per rifugiarsi quasi per caso in una bettola d'altri tempi laddove un'insegna recitava "Quarter Gill - A warm welcome" scritto in caratteri gotici. Due bariste segnate dagli anni erano lì ad aspettarlo. Una molto bassa, capelli raccolti e blusa da teenager, l'altra di forme più che rotonde e denti di un colore giallo smunto. La clientela di quel locale era tutt'altro che selezionata: un uomo con gli occhiali cantava e ruttava da solo davanti all'ennesimo boccale di birra locale. Alcuni anziani seduti davanti al bancone si raccontavano aneddoti per poi scoppiare in tanto fragorose quanto fastidiose risate. "Una pinta di Tennent's per favore!" La donna dietro al bancone accontentò la sua richiesta previo pagamento di £2.55.

Seduto ad un tavolo di quel malfamato locale, l'uomo si guardava spaesato intorno. Così intento ad osservare gli astanti non si accorse che un vicino gli rivolgeva la parola. Frasi incomprensibili venivano pronunciate dalla bocca alcoolica di quell'attempato bevitore. L'unica possibilità per uscirne fu, per il nostro, di annuire stupidamente.

Al piano di sopra le locandine sparpagliate sul tavolo promettevano "Musica anni 50, 60, 70, 80 e molto altro". Decise di approvvigionarsi di cotanta selezione e salì le scale fino al piano sovrastante. Là lo spettacolo non fu meno desolante. Uomini seduti sugli sgabelli di un bancone improvvisato parlavano amabilmente con un'ancora più improbabile barista mentre "Dj Alex" propinava scadente programmazione musicale da un impolverato giradischi. Mai aperitivo fu più genuino! In pochi secondi si ritrovò a ballare goffamente sotto il braccio di una malridotta ubriacona mentre i restanti presenti scandivano il ritmo della musica con scoordinati battiti di mani. Finita la canzone e salutata la distrutta partner danzante uscì dal locale non prima di aver scambiato tutt'altro che comprensibili sbiascicamenti con il signore poco prima liquidato.
Continuò il suo vagare per i vicoli e le viuzze dove giovani stavano accasciati di fianco a maleodoranti cassonetti in un trip tossico-alcoolico. Alcuni di loro sputavano per terra maledicendo la sorte, altri raccoglievano compulsivamente mozziconi spenti di sigaretta per poi fumarli. Vide addirittura un uomo rubare delle monete ad un'artista di strada, scappando, mescolandosi fra i passanti. Entrò in quella che poteva parere una rosticceria, lì una coppia di indiani si scambiava sguardi ammaliati consumando "finger food". Ordinò una delle prime cose gli parve commestibile, pagò, e salutò il simpatico venditore. Salì sulla collina, attendendo diligentemente a consumare la cena. Arrivato in cima, si sedette su un blocco di pietra a guardare la città sotto i suoi piedi. Aprì il sacchetto e vi avvicinò il naso per assaporare il cibo dapprima con l'olfatto. Scartò il pasto, il quale era tutto ricoperto da una salsa di color rosso. Fece il primo boccone. Una sensazione di calore iniziò a diffondersi in tutto il suo corpo. Quella era la cosa più piccante che avesse mai mangiato. Le sue papille gustative pensarono di essere finite all'inferno, dal caldo che faceva in quella bocca. I pompieri, presto!

Ripensò a quando il venditore gli chiese: "qualcosa da bere?" lacrimando davanti al sacchetto vuoto.

4 commenti:

  1. La tua nunzia apostolica preferita si complimenta con l'autore dell'opera dal chiaro sapore di luppolo. Me gustò!

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  2. Portami un campione di quella salsa.

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