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sabato 4 giugno 2011

Rispondi. O reagisci.

-Rispondi, dove sono le caramelle, rispondi!-

L’impotenza non è madre del vizio, nemmeno il padre. Gianni, tabaccaio ormai dalle sigarette stanche e dalle bilance irrequiete, non rispondeva. Era inerte, passivo, stanco. Stanco di essere straziato da questi bambocci cresciuti male che, arrogantemente, pretendevano altro e solo che caramelle. Nient’altro. La fonte di giocosità dei bambini, dai 16 ai 35 anni, era, per l’appunto, privare e saccheggiare il reparto dolciumi del tabaccaio del quartiere. Bello il tempo in cui, pensava Gianni, si vendevano i sali e i tabacchi; magari anche qualche giornale ogni tanto, qualche rivista speranzosa. Invece ora nulla, il tabaccaio era privo di energie, di caramelle, di sali e di tabacchi.

-Allora ste caramelle me le dai si o no? – gridava la voce della prepotenza infantile.

Gianni non rispondeva. Ancora pensava. Perché schiavi di bambini non cresciuti? Perché la sottomissione di aborti mistificati al naturale? Dov’è l’intersezione storica? Il passaggio lento della trasformazione bambinesca di ogni bisogno? Dove? Quando? Quando le caramelle sono diventate bene di prima necessità? Il pane non è più buono? non è più necessario? non è più puro con le sue ditate fermate da calori fornaci?

-Voglio le caramelle!! Dammi ‘ste caramelle!! Allora? – insisteva il rappresentante della prole indegna.

Analiticamente Gianni conosceva il contenuto plastico all’interno di ogni caramella: probabilmente zucchero, colorificanti, additivi di ogni genere e glucosio. Che bella è la parola glucosio, pensava Gianni. E’ una parola che rimanda ai glutei formosi di qualche mamma incinta, alle glasse sane che divorava da piccino. Forse le caramelle andavano letteralmente a ruba proprio per questo, per il fascino del glucosio. Gianni, no. Non perderti. Non ha senso. Qui non ha proprio senso. Concentrati sull’interlocutore. Dai Gianni rispondi! Dai Gianni reagisci!.. Gianni dì qualcosa! La bocca s’era impastata, il pensiero era lucido su quel bischero pieno di brufoli al di là di un desertico bancone :

-Dammi le caramelle! Dammele! – il ragazzino impertinente non mollava.

Gianni, si chinò leggermente. La mano destra in fondo al cassetto trovò l’oggetto di sacralità terrene. Lo prese e sparò. S’avvicinò verso il ridicolo cadavere con il pugno sinistro intriso di orsetti gommosi. Ficcò uno a uno i 200 orsetti gommosi nella morta bocca ferrata.

-Eccoti le caramelle. Stronzo.-

2 commenti:

  1. lo dicevano che gli zuccheri industriali rendono aggressivi, evviva il glucosio ed evviva il Giovanno!

    super racconto!

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  2. qui la cattiveria beniniana è venuta fuori...dobbiamo temere un mister hyde?

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