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lunedì 27 giugno 2011

Sigaretta mezza spenta o mezza accesa

Eva è andata a dormire. Eppure fuori dalla sua finestra entravano stridenti rumori di grù meccaniche a lavoro e clacson di macchine impazzite nel caos metropolitano. La sua stanza era posta sopra un cantiere di lavoro attivo da mesi. Ma come poteva essersi addormentata in questo trambusto? Vicino al letto nel bicchiere, improvvisato da portacenere, giaceva una sigaretta mezza spenta, o mezza accesa che si voglia… insomma fumava ancora e nonostante questo Eva dormiva senza darci bado. Ogni tanto il sonno di Eva era interrotto da gemiti lievi, cosa stava sognando Eva? Il suo corpo si contorceva come in preda a dolori o spasmi. Che magari non stesse rivivendo traumi vissuti in giovane età? Eva non era anziana la sua pelle era lucida e morbida di un colore dorato. Le sue gambe erano lunghe ed affusolate; quando Eva sfila per le strade gli sguardi dei passanti ricadono sulla sua figura maestosa. La stanza di Eva era piena di vestiti che si facevano largo tra resti di bottiglie vuote e lattine per terra, i libri accatastati in un angolo della scrivania e il resto era ricoperto di cartacce, giornali, penne, ecc… Eva non era attenta a quel disordine, le piaceva vivere lo spazio nel pieno delle sue potenzialità d’accumulo e goderne di ogni angolo. Le sue giornate non si scandivano da orologio alla mano, non badava al tempo, Eva non era di quelle per cui il tempo era il dittatore risorto dopo la morte di Dio. Eva non badava alle stagioni ma le piaceva riconoscerne i profumi; Eva assaporava tutto nel momento in cui viveva e poi però quando questo non c’era più nemmeno per Eva aveva più senso e se ne dimenticava, ma sapeva riconoscere bene i vizi a cui dare attenzione. Sapeva come ottenere quel che desiderava con i suoi occhi a mandorla bruni riusciva a catturare qualsiasi sguardo e farne ciò che desiderava. Infatti erano le 16.24 ed Eva dormiva, ma allo scoccare delle mezza, anche se non usava sveglie, aprì i suoi grandi occhi e nello stesso momento la porta si spalancò… il tintinnio di ferraglia la fece sussultare e con un balzo si getto sui pantaloni del suo padroncino Elia, adolescente di 17 anni, che chiuse la finestra, prese i sacchettini sotto la pila dei libri e messo il collare guardando Eva fissa negli occhi, l'accarezzò sul muso e le fece cenno di uscire.

2 commenti:

  1. non ghe credo: eva è una cagna. o mai god.
    'Eva non era di quelle per cui il tempo era il dittatore risorto dopo la morte di Dio.' come può essere una cagna lei? lei libera dal tempo dalle sigartte da dio. lei non è una cagna. ne sono convinto.

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