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lunedì 18 aprile 2011

Per la città e per tutte le altre destinazioni...

Per la città e per tutte le altre destinazioni...


Li chiamavano i fiori di Bach,e se passavi con un sorriso ne ricevevi uno.

Non importava se fosse davvero per lui o se nascesse da un pensiero lontano, un sorriso valeva un fiore e uno sguardo perso o indifferente il suo silenzio.

Lo chiamavano Bach perchè era sua la musica che lo accompagnava sempre e grazie allo stereo che teneva costantemente con se riempiva le piazze e le strade di note e profumi.

Di giorno Bach viveva dove lo portavano i sorrisi della gente, ogni volta che ne coglieva uno prendeva un fiore dal suo cestino e lo porgeva a chi per un attimo gli aveva mostrato dove girare.

Di notte prendeva l'ultimo treno che lo portasse vicino ad un campo e lì raccoglieva quelli per il giorno dopo, in silenzio.

C'era chi lo definiva un pazzo, un barbone o uno spostato, c'era chi si spaventava alla sua vicinanza e chi gettava i suoi fiori un metro dopo averli ricevuti.

Ma fra tutti loro c'era lei, Margherita, la figlia del farmacista di piazza Garibaldi.

Anche lei non era ben vista da tutti in città. Era stata la tipica ragazzina isolata, schiva e un po' manesca. Non erano poche le persone con cui era venuta alle mani per i più stupidi motivi, e di certo il suo sorriso lo avevano visto in pochi nascosto sotto quel broncio e quei lunghi capelli crespi L'unica momento in cui tutto questo scompariva era quando passava Bach.

Appena sentiva in lontananza le note del suo stereo correva fuori dal retro del negozio, e mentre il padre le urlava di tornare subito in dietro lei andava da lui e per il tempo che restava nella piazza lo seguiva, in silenzio.

Margherita era incredibilmente affascinata da quell'uomo, ma non aveva mai il coraggio di parlargli, si limitava a stargli accanto lungo il suo tragitto e a sorridergli ogni volta che lui si avvicinava a qualcuno per donargli uno dei suoi fiori. Anche Bach non le aveva mai parlato, anzi, a dire il vero nessuno l'aveva mai sentito parlare, e in paese si pensava che non potesse neppure farlo. Ma nonostante questo si vedeva che era felice della presenza di Margherita, e quelle rare volte che per volere del padre non la vedeva uscire dalla farmacia se ne andava da un'altra parte, quasi a dimostrare che senza di lei quella piazza non aveva senso di essere attraversata.

Poi arrivò l'inverno, un inverno molto più freddo i tutti gli altri prima e Margherita si ammalò. Bach passò ogni giorno davanti alla sua farmacia, alzava anche il volume della musica per paura che lei non lo avesse sentito, ma per troppi giorni non ricevette risposta, se non quella del padre che lo cacciava malamente infastidito dalla sua insistente presenza. Più volte provò ad avvicinarsi alla farmacia ma l'unica cosa che vedeva quando attaccava il suo naso al vetro freddo e annebbiato della finestra era lo sguardo glaciale del padre che gli urlava di andarsene perchè spaventava i clienti.

Bach non aveva il coraggio di parlargli, in fondo non l'aveva mai fatto con nessuno, e cominciava a credere anche lui di non esserne capace. L'unico modo che aveva per comunicare erano i suoi fiori , ed era l'unico modo per vederla sorridere.

Provò a lasciarglieli fuori dalla finestre, ma si congelarono.

Li appoggiò sul tappetino dell'ingresso ma sistematicamente qualche signora impellicciata e incurante li pestava andando a comprarsi l'ennesimo analgesico per un mal di testa inesistente.

Provò anche ad entrare per darli direttamente al padre ma la paura di dover parlare e di poter essere cacciato lo terrorizzava, e non riusciva ad andare oltre lo zerbino.

Passarono i giorni e di Margherita ancora nessuna notizia. Bach avrebbe tanto voluto starle vicino, sapeva di essere l'unico a cui lei per anni aveva permesso di scoprire come fosse un suo sorriso rendeva ancora più difficile non sapere come fare per contraccambiare. Sentiva le signore al bar sparlare di lei e dire che si sapeva che prima o poi il signore l'avrebbe punita per il suo comportamento. Un giorno vide pure il dottor Pezzi allontanarsi dalla farmacia a braccetto con sua moglie e lo sentì dire: “ah, pover uomo, dopo la moglie anche questa non ci voleva....lui e quel disastro di figlia meriterebbero un po' di serenità!”.

Bach non poteva più stare con le mani in mano, doveva fare qualcosa per lei...e mentre faceva questo tipo di pensieri camminando senza meta e con lo sguardo basso e triste non si accorse di andare addosso ad uno signore e di riflesso sbatté contro ad una scatola di alluminio rossa con due bocchette in alto. Alzò o sguardo e cercò di capire cosa fosse, e quando lesse cosa c'era scritto capì, e seppe subito cosa fare. n

Prese tutti gli spiccioli che gli erano rimasti in tasca, corse verso la prima cartoleria aperta e si fece dare tutte le buste più economiche che poteva comprare. Poi corse al bar dove aveva visto le signore di prima, si butto dalla cabina telefonica affianco alla porta del bagno, prese l'elenco dei numeri e ordinò un te. Si sedette al tavolo più nascosto e con la penna che aveva chiesto al barista iniziò a scrivere.

Gladioli Marco viale della Repubblica 3, Siena

Rosa Sabrina via Reno 3 Poggibonsi

Gardenia Lucino via Sallustio 5 Siena

Calla Roberto via primo maggio 13 Monteriggioni

Tulipano Giacomo via Trieste 5 Asciano...Scrisse i loro nomi e indirizzi sulle buste, e li divise in due gruppi. Quando ebbe finito le buste tornò dalla scatola rossa e le spedì: quelle per la città in un buco e nell'altro quelle per tutte le altre destinazioni.

Poi sorrise e se ne andò.

Passarono quasi due settimane, il padre di Margherita era più felice perché lei sembrava migliorare e in più pensava che finalmente qual barbone non si faceva vedere da un po'.

Un giorno però, mentre Margherita stava nel suo letto a leggere felice di non dover parlare con nessuno entrò suo padre in stanza, e un po' sorpreso le portò un mazzo di gladioli con una busta affianco, le chiese se sapeva di chi potessero essere ma lei lo cacciò fuori urlando e con le mani fredde e sudate allo stesso tempo aprì la busta. Sul fondo un po' tutto ripiegato c'era un fazzolettino del bar con una scritta blu un po' tremolante che diceva:

“Cara margherita, a quanto pare non posso portarteli di persona, spero che i nostri nuovi amici fiori ci riescano per me. Ti aspetto in piazza. Bach”.

6 commenti:

  1. questo bach era proprio un matto fiore di testa
    :D

    io gradii molto codesto racconto!

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  2. L'ho riletto. Ti confermo che è molto bello. E la mia teoria degli amici fan dei fiori ci sta tutta!

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  3. sento il profumo di fiori di campo!
    apprezzato molto il codesto testo!

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  4. bello. decisamente.
    a rileggerlo se ne coglie l'essenza di sfumature profumate.
    E' un racconto rosa. come il fiore.

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  5. un floreale grazie a tutti....con un saluto salino dalla bella genova! divertitevi stasera in campagna...alla facciaccia mia! :-)

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