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lunedì 9 gennaio 2012

prima delle definizioni il desiderio

Aveva fatto del sesso il suo pensiero.
Le natiche erano il suo chiodo fisso. Aveva sempre pensato che non avrebbe mai voluto farselo mettere dentro.
Ma ma ma c’era quel maledetto ma nella sua testa.
Il pensiero di un corpo nudo indefinito, di una mano che
dai capelli pudici scendeva e si contorceva scavalcando il petto perbenista schivando l’ombelico odorante di paura, saltellava imperterrita verso il suolo pubico mai cosi aperto ad una pubblica vista, l’idea perversa che le dita fuoriuscissero dal tracciato sempre battuto, dal percorso tradizionale sporgendosi maliziose verso luoghi più remoti e mai vagliati lo faceva rabbrividire.
Che fosse diventato omosessuale? Che a 35 anni si fosse accorto sol or ora che i suoi occhi andavano a inconsueti desideri?
Che le piccole tettine, le grandi poppe, il seno sbirciato per anni dalle scollature provocanti dei cocktail noiosi non gli facessero più effetto?
Eppure se pensava a quel fior fior di donna della notte scorsa dal seno profumato nel quale aveva perso anche l’ultimo battito regolare be di certo omosessuale non poteva dichiararsi, senza pensare il piacere sottile, intenso e poi sempre più diabolico, spasmodico e incontrollato dell’atto della penetrazione, quando le tirava i capelli con dolcezza in un momento di possesso puro dove nessun avrebbe capito se a possedere eran la mano o il capello imbizzarrito.
Lui rimaneva seduto li assorto nei suoi più alti pensieri senza esser sfiorato dall’idea che prima delle parole c’era il desiderio e prima delle definizioni l’istinto, avvolto da una copertura di socialità seccante, quasi soffocante. La guancia sulla mano, la mano sul gomito e il gomito sul tavolo.

Un altro po’ di caffe?
Si grazie
E la vita ricominciava.

3 commenti:

  1. Dovresti scrivere solo di sesso Giuli!
    riesci a descrivere le emozioni... grande!

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  2. ha ha ok ci penserò, se in mozambico va male in effetti non mi dispiacerebbe come carriera quella dei romanzi rosa...

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