L'incipit della settimana

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mercoledì 18 gennaio 2012

il tema di marco

"...un coltello, una forbice, o forse un taglierino. Accidenti, non so mai cosa usare in questi casi!" questa è stata una delle ultime frasi che ha gridato mia mamma l’altro giorno e poi è morta. Siamo arrivati al centro commerciale con la familiare verde di mio papa la volvo che abbiamo da 21 anni è talmente felice di possederla che ogni volta che parcheggia riesce a strisciarla contro qualche palo di ferro o qualsivoglia tubo che sporge dal muro. In realtà lui la vorrebbe cambiare auto ma mia mamma glielo impedisce. Dice che non ci sono i soldi per farlo e lui allora pensa male di lei e continua a scontrare la fiancata destra perché lui pensa che probabilmente la porta prima o poi verrà giù. Più volte in macchina con lui mentre alla domenica andiamo a messa nella chiesa del paese dove va anche mia nonna mi ha detto che lui non vuole più bene alla mamma finchè lei non gli lascia vendere la macchina e comprarne un’altra. Ma mia mamma non gli lascia vendere l’auto e così gli tocca andare al lavoro con la vecchia volvo verde che si è comprato molti anni prima che io nascevo. Ma mia mamma spesso va via con la volvo e l’ha presa su anche l’altro giorno quando siamo andati al centro commerciale. Abbiamo caricato anche la sorella di mia mamma che ogni volta che vede me e mia sorella ci chiede se andiamo bene a scuola e ci dice che siamo belli e sembriamo due angeli. Nostra zia non ha figli e penso che riversi il suo amore per i bambini proprio su noi due. Arrivati nel parcheggio mia mamma ha girato molte volte tra i posti occupati cercando un posto libero ma di qua e di là c’erano dappertutto macchine parcheggiate e mia mamma dopo un po’ ha cominciato a dire parolacce alle ragazze che non sanno parcheggiare e occupano due posti con la loro utilitaria e poi si è accesa una sigaretta perché quando è nervosa sente il bisogno di fumare poi mia zia ha tirato giù il finestrino e noi abbiamo potuto respirare ancora. Io e mia sorella ci siamo messi a fare le linguacce a quelli che passavano vicino alla nostra auto parcheggiata in doppia fila che attendeva che qualcuno arrivasse e che andasse via. Dopo un po’ ci siamo stufati e abbiamo giocato con i cd di mio papà lanciandoli ai posti davanti come se era un boomerang come faceva il protagonista di un film coi coccodrilli che ci ha fatto vedere il papà. Poi un uomo è andato via con il furgone bianco vicino alla porta di entrata e mia mamma ha riacceso il motore facendo rumore con le ruote sul pavimento e si è parcheggiata lì e per sbaglio ha preso dentro a un carrello della spesa che due sposi hanno lasciato un po’ spostato dalla loro macchina. Mia mamma si è scusata con loro perché loro erano molto gentili e così lei ha detto “scusate” “scusate” e loro gli hanno detto “niente paura” “niente paura”. Poi mia mamma ha fatto scendere sua sorella perché la maniglia l’aveva rotta parcheggiando male mio papà e poi ha fatto scattare la sicura dei posti dietro e siamo scesi anche io e mia sorella. Siamo andati tutti quanti dove ci sono le porte che si aprono da sole se tu ti metti sotto di loro con il piede ma mia mamma ci ha chiamati perché doveva finire la sigaretta e poi la zia gli ha messo a posto la frangia e gli ha abbottonato la giacca e intanto io e mia sorella abbiamo fatto la gara a chi arrivava per primo al baule della macchina per poi tornare di ritorno e gridare “arrivato” e ovviamente sono arrivato prima io perché questi esercizi ce li fanno sempre fare a calcio dalla porta che c’è in fondo fino alla linea di centrocampo e se non riusciamo a farli il nostro allenatore ci chiama e ci mette in un angolo e ci dice di fare 20 palleggi con il pallone di cuoio durissimo perché i palloni di calcio della nostra squadra sono sempre gonfiati tantissimo perché il vecchio che aiuta a tenere il campo apposto ha sempre un cerotto sul dito perché si taglia con la macchina che mette il gesso sull’erba e non riesce a togliere la valvola dal pallone quando è abbastanza gonfio e si può prendere anche con il collo del piede senza farsi male e fare gol come il mio amico Marco che gioca in attacco con la maglia numero nove. Dopo che io ho vinto mia sorella ha un po’ fatto il muso ma poi gli ha passato e siamo entrati e mia mamma ha tenuto per mano la Sara perché ha detto che ci sono tanti zingari in quel supermercato che rapiscono i bambini e li tagliano per darli da mangiare ai loro cani. Io spesso ho paura quando mia mamma dice così perché anche noi abbiamo un cane che sembra buono e però diventa cattivo e salta addosso a mio papà quando gli da mangiare e spesso va a prendere il mangiare in garage e penso che lì ci sono tanti bambini che lui ha comprato dagli zingari del centro commerciale. Ma non ci ho pensato più e siamo entrati finalmente e siamo andati sulla scala mobile e io avevo davanti mia mamma e mia sorella e dietro avevo mia zia e poi dietro c’erano due signori anziani con una pianta in mano. Mia sorella all’inizio della scala mobile si è girata e mi ha pestato le scarpe. Mia zia l’ha sgridata e gli ha detto di stare ferma. Lei si è girata e guardava avanti ma poi un po’ più avanti si è girata verso di me e mi ha di nuovo pestato le scarpe. Io allora non ci ho più visto perché anche se voglio bene a mia sorella odio quando mi fanno male le bambine e così gli ho dato un calcione forte con la punta del piede dietro dove si piega la gamba. Lei si è fatta male ha cominciato a piangere e mia zia mi ha mollato una sberla dove c’è il dietro della testa ma io non mi sono accorto che quando ho tirato il calcio a mia sorella per sbaglio mi sono tirato il laccio della scarpa con quell’altro piede che è rimasto per terra e poi il laccio è finito nella scala mobile e non me ne sono accorto fino alla fine della scala mobile quando mia mamma ci ha detto “stupidi adesso si scende attenti a non farvi male proprio ora”. Ma quando toccava a me di alzare le gambe per scavalcare l’ultimo gradino il laccio si è bloccato nell’incranaccio e poi mi ha tirato in giù il piede e io ho provato a tirare su il piede ma non ci riuscivo e sono andato addosso alla zia perché la scala mi tirava in giù. Io ho avuto sempre più paura e mi sono messo ad urlare “mamma” “mamma” e i due vecchi hanno lanciato la pianta per terra e sono caduti addosso a mia zia perché non riuscivano a tornare indietro. Mia mamma quando si è accorta di quello che è successo è tornata indietro e si è messa a gridare anche lei “aiuto” “aiuto” e tanti sono corsi lì ma tutti stavano a guardare e io avevo paura di morire perché ho visto una scena simile nelle puntate del dottor house ma lui ha dovuto tagliare la gamba alla vecchia che si era incastrata nella scala mobile con la calza di nylon che aveva addosso. Io mi faceva male tantissimo alla gamba e la gamba era tutta storta e i gins erano strappati dove c’è il ginocchio e c’era tanto sangue e addirittura si vedeva l’osso che usciva dalla gamba perché mia zia era riuscita a liberarsi dalla presa della vecchia che l’aveva tenuta per non cadere nel vuoto e lei gli aveva staccato le mani dalle sue spalle ma scavalcandomi mi aveva pestato il ginocchio e me lo aveva rotto. Mia sorella mi guardava e piangeva tantissimo e sembrava una cascata. Mia mamma intanto aveva preso la borsa e aveva tirato fuori varie cose le chiavi le sigarette lo specchietto i santini di santantonio e aveva rovesciato tutto per terra ma era molto agitata e per fortuna aveva un po’ deciso di lasciare da una parte un coltellino che diceva sempre che lei avrebbe usato se faceva un incidente perché poteva tagliare la cintura e scappare e lasciare lì la volvo che bruciava e magari l’assicurazione poteva pagare anche la macchina nuova a mio papà che sperava che succedeva questa cosa a mia mamma e poi ha tirato fuori l’accendino e la forbice che mi tagliava le unghie prima di andare a scuola e mi faceva male perché lei voleva che mi venivano rotondate ma mi prendeva solo la carne e io piangevo. Mia mamma poi ha detto “"...un coltello, una forbice, o forse un taglierino. Accidenti, non so mai cosa usare in questi casi!" e mentre tutti la guardavano e urlavano lei ha preso il coltellino e mi ha tagliato il laccio e poi mi ha tirato verso di lei dal braccio e mi ha fatto male perché avevo la gamba rotta e poi ha salvato anche i due vecchi e ha tirato in qua anche il vaso con la pianta che avevo ancora un po’ di terra addosso. Io ero per terra e poi anche i vecchi stavano a terra e mia mamma poi si è alzata e ha detto a un signore che aveva male al cuore e poi si è distesa e è morta.

3 commenti:

  1. Oddio, mi son scese tre lacrimucce...mi sembrava di leggere uno dei temi dei bimbi del doposcuola, solo che quelli non hanno mai avuto finali tragici, per fortuna!

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  2. mio dio che racconto... oltre all'ottima imitazione del bimbo che credo non ti sia dovuta uscire facile davvero una storia di una tristezza quasi glaciale..

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