L'incipit della settimana

ELABORATO TESTUALE DI TOT PAROLE: "L'antico vaso andava salvato"
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lunedì 30 gennaio 2012

fabbisogno energetico.

Mi trovavo nel bel mezzo del nulla, quando la mia vecchia fedele auto decise di spegnersi definitivamente. Bene. Esclamai. Molto bene. E adesso? Provai a rimetterla in moto. Nulla. Insistei ancora e ancora, ma nulla di nuovo. L’idea di mettere mano a motori e olii e marmitte aveva il gusto di inutilità e possibile sterilità a vita della mia fida compagna auto. Cosicché m’ accomodai in posizione comoda e rilassata, e mi misi in attesa. Qualcuno prima o poi sarebbe passato: la possibilità di essenza del nulla era stata già falciata dalla mia presenza; l’inesistenza aveva perso la sua verginità e, da che mondo è mondo, la purezza, una volta sporcata, dimentica prestissimo il suo candore. Qualcuno sarebbe passato. Si trattava solo di aspettare. E l’attesa è di gran lunga più morbida e confortevole di un cofano sporco e fumante.

Con testa incappucciata, corretta dal finestrino, immobile, cominciai a immaginare la configurazione del futuro e sicuro buon sammaritano: un scuolabus di suore che m’avrebbe portato direttamente alla redenzione eterna e un pulmino di fricchettoni che dall’Andalusia andava in India, passando per la Patagonia, erano, rispettivamente, al terzo e secondo posto della classifica incontri-salvezza eccezionali. Il primo posto era occupato (per simpatia non per altro) dalla ragazza bella e provocante, ereditiera di film porno di una certa e quantomeno indiscutibile fattezza, , con 2 puppe che escono dal porta tette di due taglie in meno rispetto a quelle richieste (senza considerare il fatto che, in una giornata urtata dall’inverno, il bikini striminzito fosse di certo l’equipaggiamento più consone alle passeggiate domenicali nella terra del nulla). Immaginavo la scena: l’ abbassamento del finestrino accolto con un bel ciaoooo bel maschione. Hai problemi?. Si pupa. Tu invece hai delle belle poppe. Il mio problema è che ho la cappella in fiamme. E dopo questo scambio d’intellettualità affini, manifestazioni di gestualità erotiche ripetute e ripetute.

Inutile dire che tutto ciò non avvenne.

Intanto il tempo scorreva. E il disegno di ombre umane permaneva sogno. Orami avevo la consapevolezza, o l’illusione, di conoscere in ogni sua parte il sistema formato da auto e me medesimo: conoscevo il mio mondo in qualsivoglia suo particolare: avevo dialogato e ridiscusso con Ella Fitzgerald, unica audio casetta presente in macchina, avevo già nove pezzi da poter incidere in un sensazionale ipotetico Lp, dove la musicalità prodotta dalle meccaniche dell’auto era unica voce e poli strumento, avevo già tracciato di tratteggi e schizzi l’asfalto del nulla con gli sputi. Ciò dava sicurezza. In che modo avrei potuto lasciare questa sicurezza? Lasciare il certo per l’ignoto? Ma che cazzata.

Restavo ancora lì. Passarono giorni e settimane. Le proprietà del conosciuto duellavano con la noia. Ero diventato irrequieto scontroso insensibile. Immobile nell’attesa. Ma perché diavolo non passa nessuno? Perché? L’attesa porta sempre a qualcosa no? A quanto pareva l’unico incontro promosso dall’attesa era con la signorina autocommiserazione: quel velcro che t’abbraccia e t’attornia e t’ingloba. Ti regala la sensazione di dispiacere senza che esso si manifesti, poichè indossatore di vestiti silenti e trasparenti, brutali.

Dopo settimane, il sistema sicuro fornito dall’auto dominava sulla mia persona, oramai priva di qualsivoglia spinta vitale.

Sarà stato spirito di sopravvivenza. Non so. So che ad un certo punto mi strascicai fuori dall’auto, e iniziai a camminare, abbandonando quella struttura che mi partorì ma che voleva anche il mio assassinio.

M’accorsi che nel camminare mi stavo ri-creando: i muscoli atrofizzati rioccupavano l’accento della loro funzione, gl’occhi si liberavano dal monoteismo e l’immaginazione reiterava la sua fertilità. Crea marco. Crea! Ri – creati marco! Ri-creati! Promuovi una tua visione marco! Cosa vedi? Cosa vedi marco? Ogni gesto è una tua ri-creazione è una tua visione! Che bello marco! Che bello! Continua si così. Hai la bacchetta magica marco. Tutti l’abbiamo. Dopotutto anche dio provò la noia. E decise di creare.

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