L'incipit della settimana

ELABORATO TESTUALE DI TOT PAROLE: "L'antico vaso andava salvato"
STRINGA AUDIOVISUALE DIGITALE PROVENIENTE DA QUALCHE SERVER: "Youtube"
RETTANGOL CARTPLASTIC CONN'IMMAGIN STAMPAT QUAS BEN:"Perdita di tempo"
Ctrl+c, Ctrl+v, STAMP-E-PORT-LE-FOGL:"Glutammati sto sodio"

domenica 29 gennaio 2012

Peggy

Si trovava nel bel mezzo del nulla, quando la sua vecchia fedele auto decise di spegnersi definitivamente. Provò a rigirare la chiave, ma niente. Scese e le tirò due calci per spronarla, ma ancora nulla. Allora passò a metodi più spirituali. Prima bestemmiò e poi pregò, nell'ordine:

santa Giuditta, patrona della marmitta

san Sebastiano, protettore del freno a mano

e san Costante, protettore del volante.

Ma niente, nemmeno coi santi c'era nulla da fare.. quella maledetta Peugeout non voleva ripartire. Certo, un po' gli scocciava dover cambiare macchina all'improvviso, ma ormai c'era da aspettarselo perché quella carretta aveva quasi vent'anni. Così si arrese e chiamo il carroattrezzi. Fine.

Per Peggy quella era proprio la fine. Sì, perchè lui non stava solo chiamando un carroattrezzi.. stava dichiarando la morte di Peggy, ma questo lui non lo immaginava nemmeno lontanamente. Gli uomini non si rendono mai conto delle conseguenze delle loro azioni”, fu il pensiero di Peggy agonizzante. Peggy comunque era pronta e non aveva paura della morte perchè sapeva che la sua era stata una vita onesta. Non aveva mai lasciato a piedi il suo guidatore ed era sempre stata onesta nel segnalare per tempo quando la benzina stava finendo, in modo da non provocare sessioni di bestemmie che avrebbero negato il paradiso al suo guidatore. Nel giro di un'ora arrivò il traghettatore di anime meccaniche (che noi chiameremmo carroattrezzi) a prendersi la Peggy. Il meccanico accompagnò a casa il guidatore e poi traghettò Peggy oltre l'Archeronte, posandola tra una Panda del 92 ed una Golf che non era evidentemente morta di vecchiaia. Il meccanico parcheggiò il traghettatore al suo posto e se ne andò, lasciando le automobili sole finalmente libere di esprimersi. Un vecchio furgone Westfalia, che ormai stava da anni nella rimessa ed era la guida spirituale del gruppo, diede il benvenuto a Peggy benedicendo la sua anima. Tutti sapevano che per lei quelli erano gli ultimi istanti, certe cose tra simili si capiscono. E così le lasciarono tutto il tempo di cui aveva bisogno per esprimere le sue ultime volontà.

Peggy parlò con quel poco di fiato che le restava, ringraziando l'esistenza per la bella vita che aveva avuto e chiedendo alle sue compagne di avere cura di ciò che restava di lei. Poi, quando la luna calò sul parcheggio, Peggy spirò. Nel parcheggio fu un gran sgambettare di tergicristalli per scacciare via le lacrime che rigavano i vetri di tutti, poi il vecchio Westfalia ruppe il silenzio. “Ragazzi, sono poche le cose che possiamo fare in casi come questo. Noi siamo solo delle particelle nell'universo infinito della meccanica e per tutti noi è previsto un destino.. quindi non dobbiamo essere tristi per la partenza della nostra sorella Peggy, perchè sicuramente per lei è già stato segnato un itinerario nella grande autostrada della vita..” come sempre, poi, il vecchio Westfalia divagò ricordando i gran bei tempi in cui accompagnava ai raduni hippie i suoi guidatori. Tutte le altre auto, che ben conoscevano i suoi sermoni, smisero di ascoltarlo dopo il primo quarto d'ora anche perchè non è che credessero molto a quelle storie sul destino e l'autostrada della vita. Molti infatti erano convinti che per tutte loro non ci sarebbe stata altra vita che quella della loro resistenza meccanica. Il vecchio Westfalia continuò la sua filippica fino ad addormentarsi, cosa che gli altri mezzi avevano già fatto da un po'.

Calò la luna e sorse il sole sulla rimessa, quando quel menagramo della Mercedes E190 longuette (che noi chiameremmo carro funebre) svegliò tutti con un colpo di clacson. “Ragazzi – annunciò con la flemma che gli era propria - guardate: Peggy non c'è più.” Dalla rimessa si levò un vocio indistinto e incontrollato perchè ognuno stava dicendo la sua:

la Panda, che era appartenuta ad una dolce vecchietta di indubbia fede, gridò al miracolo citando un certo Gesù ed un tale Lazzaro;

il Furgoncino dei surgelati, che invece era notoriamente un freddo e lucido ateo, sostenne che erano tutte cazzate, che non c'erano né miracoli, né resurrezione e che semplicemente Peggy era stata demolita;

la Cady (che da giovane era stata una gazzella della polizia e dal suo servizio aveva ereditato l'atteggiamento tipico del poliziotto) disse “non c'era mica da stupirsi di questi tempi: saranno stati gli zingari a rubarla.. quelli pur di avere un tetto si fregano anche le macchine defunte.”

Il vecchio Westfalia tirò due colpi di clacson per calmare la anime e tutti si zittirono: anche se nessuno di loro condivideva a pieno le sue idee da hippie, tutti nutrivano per lui un certo rispetto e gli erano grati per aver portato un po' di spiritualità tra quelle lamiere ammaccate. “Fratelli miei, non agitatevi - esordì – avete tutti ragione e avete tutti torto. Il grande spirito ci ha sorpreso anche questa volta: durante la notte è successo qualcosa che va oltre le nostre capacità di comprensione. Peggy è stata prelevata dal meccanico ..” “Bello stronzo!”, gridarono dalle retrovie. Il vecchio Westfalia riprese: “uomo di poca fede,tu laggiù! Il meccanico è venuto all'alba, ben sapendo quel che faceva. Lui, che ci conosce e sa quello che pensiamo, ha scelto proprio la nostra Peggy per darle la possibilità di reincarnarsi.” Il silenzio generale calò sulla rimessa. Quando il vecchio Westfalia parlava per enigmi in questo modo nessuno riusciva a ribattere, anche se nessuno poteva avere la certezza che quella fosse la verità.

La risposta arrivò qualche settimana dopo. Era un giorno come cento altri e, come sempre la moglie del meccanico venne a portargli il caffè di metà mattina. La signora era all'ottavo mese di gravidanza, ma il bambino aveva una gran voglia di nascere e così la signora ruppe le acque. Suo marito, preso dalla gioia e dal panico, chiamò l'ambulanza .. che in cinque minuti fu lì col suo bel carico di paramedici. Finchè i soccorritori armeggiavano tra le gambe della signora, l'ambulanza aspettava nel piazzale tra le altre auto posteggiate. Il vecchio Westfalia la saluto e le chiese come stava, si vedeva che infatti aveva subito da poco dei trapianti di pezzi che l'avevano rimessa a nuovo. Mentre l'ambulanza raccontava, il vecchio Westfalia sorrideva perchè sapeva già quello che gli altri avrebbero capito dopo poco. L'ambulanza raccontò infatti che era stata salvata proprio da quel meccanico, ma che doveva la sua salvezza al destino che aveva fatto arrivare proprio poco prima una Peugeout, dalla quale espiantare i pezzi. Il pensiero di tutti volò a Peggy e tutti finalmente capirono cosa aveva voluto dire il vecchio Westfalia con “reincarnazione”.

1 commento: