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martedì 1 febbraio 2011

Il circolo d'incastro.

La persona che odio di più al circolo è la numero 307. E’ incredibile ogni qual volta che si esce insieme cercano di metterci vicini, esterne mani urtano nel convincimento d’incastro di anime, ma nulla. Niente che io abbia contro il numero 307 ma la condizione della forzatura associativa me lo rende completamente ostile. Nella mia esistenza già infelici accostamenti di altri numeri erano stati provati ma la serialità dei tentativi sventurati del 307 occupano primati spaventosi.

307 è un amante maldestro e insistente. Essendo pur lui appartenente al cielo, vanta di tonalità e sfumature equiparabili al mio modo di apparire, ma la sua non armonia nello scardinamento dei miei angoli, l’insensibilità per le mie curve e la voglia di riempimento disonesto delle mie cavità accentuano in me sentimenti di odio e disprezzo.

307 ha la capacità solo di vedere la mia totalità e non la mia tipicità: solo pochi amanti notano il mio voler essere terra, solo pochi altri del circolo si concordano con la coda della mia sinuosità che parla di sabbia.

307 tende al bigottismo primitivo incurante della mia marginalità, nonostante anche lui abbia problemi d’integrazione con la totalità.

307 non è una persona, vi ho mentito. 307 è una tessera: è la tessera del puzzle di cui faccio parte. Un puzzle di 450 pezzi, sulla quale scatola v’è scritto ‘Il circolo’.

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