Autobus urbano. Linea S. Ora di
traffico intensivo. Gente affrettata sale e scende dalla vettura.
Entra il controllore.
Controllore: Biglietti,
biglietti!
Tutti rimangono assorti nelle
proprie attività, alcuni leggono il giornale, altri guardano fuori
dal finestrino pensando che il controllore così non li veda.
Controllore: Lei, signore, parlo
proprio con lei. Mi faccia vedere il biglietto
Personaggio A: (con marcato
accento veneto) Mi? Pensa ti, la prima volta che me inciucco e
che monto sora el bus i me chiede il biglietto. Vuto vidar el
bijietto? Non ghe l'ho! Elo contento? Se vedeva che el me volea far
la multa. Poi son meso 'mbriago. Non son sicuro nemmeno che lu sia el
controllor, vero? Sempre a mi g'ha da capitarme! Seto che son drio a
tornar a casa? Che ho laorà i campi tutto el dì? E poi sa vollo, se
ciacola, se suga ala briscola e se beve, non fo mia del mal a nissuni
mi! Comunque se proprio vol saverla tutta, vada a vidar in fondo
all'autobus. Ho visto che uno l'è entrà. Uno strano salo? G'avea il
collo talmente lungo che parea che qualche d'uni ghe l'avesse tirà.
Vada a vidar se quelo ha timbrà il bijetto! Vada a vidar quelo a cui
el g'ha pestà el diton! L'è lì tutto incassà!
Controllore: Andrò a
controllare, lei comunque prenderà la multa.
Personaggio A: Te parea!
(sottovoce) Ma va in mona!
Controllore: Cosa ha detto?
Personaggio A: Ho dito che
pagarò.
Controllore: Lei? Mi fa vedere
il suo biglietto?
Personaggio B: (accento
lombardo, con la r moscia) Uè baluba! Parla con me? Gli pare che
non abbia il biglietto? Guardi che io lavoro sa? Posso permettermi il
biglietto da barbone di questo autobus lercio, pieno di meridionali
scrocconi. Poi sto andando a lavorare. Normale no? Dai dai,
circolare!
Controllore: Guardi che non mi
muovo da qui finché non me lo fa vedere.
Personaggio B: Oh, bisogna
proprio essere proprio dei barboni! Son l'unico su tutto l'autobus
che lo paga! Vuole vederlo? Tiè, lo guardi bene. Questo autobus
quasi lo mantengo io!
Controllore: Questo biglietto è
stato timbrato più di un mese fa.
Personaggio B: Beh, allora?
Guardi che ho chiamato il capo della filovia e mi ha detto che potevo
salire rilassato su questo autobus, che tanto conoscevo lui.
Romanelli, le dice niente? Si muova, circolare! Se non vuole che la
faccia licenziare.
Controllore: Non mi interessa,
io le devo fare la multa.
Personaggio B: Voglio proprio
vedere cosa dirà a quell'Africa che mi ha pestato il piede. Sto già
chiamando il mio avvocato per vedere se ci sono gli estremi di una
causa. Lo riconoscerà di sicuro! Ha una corda sul cappello, al posto
del nastro.
Controllore: Lei intanto rimanga
qui, poi torno a farle la multa. (girandosi verso un passeggero) Lei,
si, lei. Biglietto prego!
Personaggio C: (accento
toscano) Ma che stà a dire? Ma guarda questo! Io sò artista! Le
sembra che l'artisti c'abbiano da pagà il biglietto? Mi pareva ci
fosse una legge a riguardo. Noi siamo esonerati!
Controllore: Non credo proprio,
guardi. Me lo documenti.
Personaggio C: Cos'è che c'ho
da fare? Documentare che? Non si vede che so artista? L'avrà viste
anche lei le mie opere d'arte!
Controllore: Non le conosco.
Personaggio C: Allora si
informi. Poi sono il cugino del fratello del cognato di Pablo
Picasso. Lo conosce almeno Picasso? Vorrà mica farmi la multa? Lei è
proprio prevenuto contro l'arte! Guardi, ultima offerta. La invito a
casa mia per una bella cecina. Dicono che sappia cucinare bene! Le
piace la farinata di ceci? Le posso fare altrimenti un bel
cinghialino ben innaffiato da una nostra bottiglia di vino fatta in
casa. Quel puzzone l'ha visto poi? Quello che s'è seduto in fondo
all'autobus? Lui viene qui e ci ruba i posti e rovina l'aria di
questa vettura con il suo olezzo incredibile. Ha un tono lamentoso il
tizio.
Controllore: (con tono
toscano) No, lei è molto gentile ma... (schiarendo la voce e
tornando a parlare normale) Non mi interessa. Che schifo fa
questo autobus! Ma il biglietto l'ha pagato qualcuno? Prenderete
tutti la multa!
Personaggio D: (tono
straniero) Io pagato il biglietto, io rispettare regole, essere
buon cittadino.
Controllore: Eccolo qua! È lei
che ha pestato il piede al signore senza neanche scusarsi?
Personaggio D: Io pestato piede
solo perché signore fatto lo sgambetto. Ecco biglietto. Controllare
se non crede.
Controllore: Beh, effettivamente
il suo biglietto è valido ed obliterato correttamente. Domani
comunque ci sarà l'aumento. Se ha altri biglietti di questo tipo li
dovrà buttare!
Personaggio D: Io sapevo! Unico
che paga biglietto, unico che paga aumento. Io volevo prendere altro
autobus. In altri autobus funziona meglio.
Controllore: Non mi interessa.
Lei è su questo autobus e segue le nostre regole.
L'autobus si ferma.
Controllore: Signori, mi avete
stufato! Non posso mica stare dietro a tutti! Andate via! Siamo
arrivati. “RECESSIONE”. È il capolinea.
Non è affatto vero, anche loro lavorano in nero.
RispondiEliminaGrande Paj!
Bello Paja! Sopratutto il finale. Comunque fare il controllore è il lavoro più filosofico della storia...un continuo porsi dubbi morali...che angoscia
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