L'incipit della settimana

ELABORATO TESTUALE DI TOT PAROLE: "L'antico vaso andava salvato"
STRINGA AUDIOVISUALE DIGITALE PROVENIENTE DA QUALCHE SERVER: "Youtube"
RETTANGOL CARTPLASTIC CONN'IMMAGIN STAMPAT QUAS BEN:"Perdita di tempo"
Ctrl+c, Ctrl+v, STAMP-E-PORT-LE-FOGL:"Glutammati sto sodio"

giovedì 13 ottobre 2011

La pigrizia del domani

Tredici settimane senza sistemare l'auto è il tempo tecnico con il quale tutta l'inutile spazzatura accumulata sedimenta alla vista. Quasi potrebbe sempre essere stata lì, ad occupare centimetro dopo centimetro il risicato spazio dell'abitacolo. Biglietti del parcheggio, pacchetti di sigarette vuoti, bottiglie di plastica sparpagliate sul sedile posteriore. Alessandro aprì la portiera, che cigolando gli fece ricordare tutti i piccoli difetti che giorno dopo giorno si erano accumulati e che rendevano il suo mezzo di trasporto costruito in serie, unico.

"Questa macchina comincia proprio a fare schifo! Ogni volta dico che dovrei tenerla ordinata ma poi non ci riesco. Sembra quasi che lo faccia apposta!"

Si tolse la giacca, avvolse le maniche della camicia come gesto inequivocabile della voglia di sistemarla. Quella sarebbe stata la volta buona.

Adesivo "Busker ad honorem"

"Taci, stupido ritrovato tecnologico!" con un veloce gesto delle dita Silvia era andata a zittire la voce monotona e petulante della donna che dallo speaker del cellulare ricordava "Appena possibile, effettuare un'inversione a U". Il cartello recante la scritta “Mantova” allontanò la speranza di arrivare a casa in breve tempo. Non a tutti però importava, due delle tre passeggere del sedile posteriore si erano accasciate una sulla testa dell'altra in una completa fase REM. Chiara era illuminata solo dalla fioca luce del telefono sul quale stava componendo un lungo messaggio.
“Ed ora? Che strada prendiamo?” disse l'ormai stanco ed assonnato guidatore. Il buio intorno a loro non permetteva la vista di punti di riferimento, l'unico loro appiglio erano i cartelli stradali e il sopraccitato fallace navigatore.
“Non chiederlo a me, questa adesso dice che il segnale GPS è assente!” disse Silvia, intenta a cercare una posizione ideale in cui il telefono ritrovasse il segnale e quindi la strada appena persa.
“Questi sono proprio i momenti in cui ti servirebbe un bel razzo segnalatore” pensò Alessandro alla guida “accosti, lo spari per aria e aspetti che qualcuno prima o poi ti venga a prendere...”
“Ecco, ecco, vai piano.” - interruppe il pensiero la ragazza - “fermati, che leggiamo bene il cartello.”
L'auto si fermò dolcemente, con i fari abbaglianti puntati sull'enorme cartello che tanto faceva rimpiangere il vecchio e caro “Tutte le direzioni”.
Alessandro si guardò il petto, sul quale aveva ancora attaccato l'adesivo della manifestazione musicale che aveva lasciato nella città di Ferrara. Lo staccò e prima che la colla si impolverasse, lo appiccicò proprio sopra il vano porta oggetti.

Sacco a pelo

“Bastaaaa!” la voce squillante di Filippo l'aveva svegliato. Alessandro non si trovava a proprio agio a dormire sulla nuda terra, coperto solo dal sacco a pelo. Il suo non proprio discreto russare aveva fatto svegliare quasi tutti i residenti di quel piccolo accampamento poco distante da un paesino montanaro. Se questo può essere una giustificazione, la simpatica gita è stata per lui piena di “prime volte”. Prima volta in campeggio, prima volta a dormire sotto le stelle, prima volta in un sacco a pelo. La sistemazione era stata accuratamente sperimentata a casa, mentre veniva irriso da tutti i familiari. Si alzò in piedi, raccolse le sue cose e si bardò in quel sacco, ormai sudicio e sporco di terra.
“Ed ecco il sonno che se ne va...” disse sottovoce, imbracciando un libro e cercando la comoda collocazione per poterlo leggere. Si adagiò su una pietra a ridosso del torrente che si muoveva silenzioso ai lati del bosco, ed aprì il libro. Mentre scorreva lentamente le parole stampante buttava l'occhio su cosa stava accadendo intorno a lui. Alcuni si svegliavano apprestandosi a smontare la tenda, Filippo che era stato disturbato dal russare era tornato a dormire, nelle altre tende la calma era piatta, non volava una mosca. Chiuse il libro e si alzò, per ricongiungersi agli amici da poco svegliati. Alzò la mano sotto il sacco a pelo in gesto di saluto, si limitò solo a dire “Augh!”

Le storie sono andate veramente così, o almeno è così che Alessandro le vuole ricordare. Ogni piccolo oggetto che poteva sembrare disordinato in realtà aveva un ordine preciso nei suoi ricordi. Svolse le maniche della camicia e con precisione infilò i piccoli bottoncini dei polsi nelle loro asole. Chiuse con uno scatto la portiera dell'auto guardando il vortice caotico che lasciava all'interno.

"Oggi non ne ho voglia. Lo farò domani!"


Questo racconto lo dedico a tutti noi, alle avventure che ci hanno dato l'opportunità di conoscerci. Se avessi dovuto descrivere realmente tutto quello che ad oggi occupa la mia auto starei scrivendo un libro alla Pippo Vespa (interminabile :) ). I molti che quindi non sono citati nel racconto non se la prendano, lo farò domani!

Edit:
Ah, 97.22%.
35 racconti su 36 presenze. :)

2 commenti:

  1. Sono profondamente offeso, non hai romanzato la mia presenza letteraria abbellendo e arzigogolando il mio personaggio in questo racconto.

    Ma daltronde, o è un genio o è uno stronzo, l'esperienza ha falsato la prima ipotesi confermando la seconda.

    hahahha rido ancora Paja:D

    RispondiElimina
  2. proprio bello paja il racconto... un memorandum sulle grandi avventure dei circolanti!bacino

    RispondiElimina