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giovedì 14 ottobre 2010

LA SANSA

La vita è bella… anzi bellissima. Se vivi in una delle regioni più belle del mondo e fai uno dei mestieri più belli del mondo sei facilitato a goderti ogni singolo giorno con uno sconsiderato ottimismo. E poter migliorare la vita di chi ti sta attorno e dipende da te è quasi un obbligo morale.

Rodolfo è il presidente di un’azienda agricola di Serravalle Pistoiese, specializzata nella produzione di olio extravergine. L’olio, quello vero: una ragione di vita. L’azienda: una famiglia. L’azienda è di famiglia. Fondata dal bis-nonno Querino Carratori nel 1893, come piccola e onesta impresa familiare, in poco più di un secolo è diventato un rinomato marchio, conosciuto in tutto il mondo. Come spesso capita in Italia la gestione familiare è un vero e proprio vizio a cui pochi sanno rinunciare. Vi lavorano per l’appunto tutti i familiari, dalla moglie alle sorelle, ai nipoti e ai generi. Ma i legami di sangue per Rodolfo non c’entrano. Il legame è l’azienda. Ed ecco quindi che Rodolfo da sempre si relaziona con tutti i colleghi e dipendenti come con dei fratelli. Questo fa si che dal presidente (Rodolfo) allo spazzino (Emil, sri-lankese), vige da sempre un cieco rapporto di fiducia, tale da rendere l’atmosfera alla Carratori assolutamente genuina.

Lavorare da Carratori non è come lavorare in un’azienda qualsiasi. Chi proviene da fuori e arriva a Carratori non se ne vuol andar più via. Qualunque sia la sua mansione. Anche il più bistrattato stagista trova comunque una dimensione lavorativa così ideale e umana da non poter desiderare di meglio.

È quindi inevitabile che un tale paradisiaco ambiente sia conosciuto in tutto il settore. E ciò può provocare stima ma anche invidia. Ma si sa che l’invidia non porta da nessuna parte e Rodolfo se ne è sempre infischiato. Seguendo le orme del bis-nonno ha portato avanti la sua politica senza seguire gli interessi degli imprenditori ma ponendosi alla pari coi piccoli e onesti agricoltori, che tutti uniti formano il piccolo impero Carratori. Per un contadino stare sotto l’ala di Rodolfo significa avere la sicurezza di poter lavorare la terra senza pressioni, con l’unico obiettivo di produrre il miglior olio possibile.

Non è facile portare avanti un business rispettando così tanti ideali e così tante persone, che dipendono totalmente dalle tue scelte. Il credo di puntare su una produzione a scala nazionale di olio extravergine pregiato è notevolemente limitante. L’Olio Carratori non è olio per tutti. Costa. Eppure, grazie alla nomea guadagnatasi nei decenni le vendite sono stabili a tal punto da poter evitare di entrare nella produzione per la grande distribuzione.

Una domenica mattina Rodolfo è in casa a leggere poesie. Adora le poesie. Sono le 11:17. Non è a messa. Non è credente. La moglie, Lietta, prepara il pranzo. È la sua segretaria. Vivono in un antico rustico vendutogli da un contadino amico di famiglia. Ci hanno lavorato 7 anni per rimetterlo a nuovo e renderlo come la dimora dei loro sogni. Finalmente da quasi un anno se lo possono godere per intero.

In casa l’atmosfera è tranquilla e rilassata. Le finestre sono aperte, l’aria fresca della campagna attraversa leggera la casa e il rumore della natura fa da colonna sonora.

In lontananza si inizia a sentire una voce di donna. Canta. Lirica. Una voce equilibrata, gradevole ed amatoriale. Si avvicina. È nel borgo oramai. Rodolfo si sporge dalla finestra per guardare. È la vicina di casa. Una signora molto anziana, cortese e un po’ svampita. Il fatto che canti non è poi così strano. Magari una volta cantare a pieni polmoni per le strade del paese era meno insolito, tuttavia non è questo che inquieta Rodolfo. La signora canta e, nel frattempo, si guarda attorno con una faccia divertita. Guarda se la gente dalle finestre la sta osservando. Un goffo atto esibizionistico. Ne è turbato. La vecchia mostra un ghigno di auto-compiacimento mentre canta e con la coda dell’occhio guarda alle finestre mantenedo il passo e lo sguardo diritto.

“Ma chi è?” chiede Lietta.

“È la vicina, quella vecchia”.


Rodolfo torna a leggere. A breve il pranzo sarà pronto.

Lunedì mattina all’apertura degli uffici Rodolfo non è ancora arrivato. Gli uffici sono proprio a fianco alle prime proprietà terriere. I suoi colleghi non danno peso alla cosa seppur non sia capitato spesso. Neanche Lietta è presente. A volte arrivano assieme, a volte no, per impegni vari. I colleghi scherzano, qualcuno fa una battuta ad alta voce, qualcun altro ride sommessamente.


Nessuno può sapere che sono scappati in sud america. L’azienda è indirizzata verso un fallimento certo. Sommersa dai debiti, non v’è modo di rimediare. L’hanno nascosto a fatica per 8 mesi.


I colleghi in ufficio continuano a sbrigare le pratiche, i contadini continuano a potare gli ulivi, sereni.

3 commenti:

  1. Finalmente. Sono dovuti intervenire Stenlio e Ollio. Hanno abbandonato un ormai tassato bianconero tingendosi di colore verde. Verde olivastro per la precisione. E trascinano con se un scintillante e quantomai atteso Toba.
    Attivismo critico attento all' interpolazioni e dinamiche di un provincialismo oggidì dilagante. Scrittura ordinatamente accessibile all'ascolto ed alla lettura in paesi d'oltre manica.
    gio: vaffanculo.
    Si ok. la smetto.
    Volevo solo dire al nome Thobias , finalmente ripeto, è associabile una storia.

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  2. Volevo solo dire che al nome Thobias , finalmente ripeto, è associabile una storia.

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