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giovedì 10 novembre 2011

I fari nella notte


Un lampo di luce andò a rischiarare la notte levando lo sguardo dell'assopito uomo in barca. Il suo viso, seppur giovane, era segnato dalla noia che l'aveva colpito nella notte. Quella luce aveva evidenziato tutti i suoi tratti, e quelli della sua barca, che nella notte poteva parere nuova: i bulloni arrugginiti che saldi tenevano le assi scolorite di quell'imbarcazione e le piccole falle che impercettibilmente filtravano acqua. In un attimo, gli era chiara la destinazione e come arrivarci. Raccolse faticosamente i remi malconci, ne appoggiò la pala in acqua iniziando a muoversi. Inizialmente la fatica lo fece demordere, arreso all'eventualità di fermarsi e ricominciare l'estenuante attesa del giorno. Poi, più si avvicinava a riva, più la luce diventava forte. Altre luci si accesero nel frattempo, da una, due, quattro, dieci. Più la notte si faceva chiara grazie alle guide luminose, più notava che non era l'unico a remare, ed altri come lui stavano seguendo la stessa luce. Il suo animo da cupo si fece chiaro, luminoso come i fari che ormai lo avevano illuminato completamente. Girò lo sguardo verso il mare aperto, buio, non ricordando più il punto dal quale era partito. Fece una sorriso.

Una volta giunto a terra, poggiò delicatamente i remi e si inginocchiò baciando la sabbia bagnata. Sapeva perfettamente che quello non era un punto di arrivo, infatti si alzò, rimboccò le maniche ed accese un faro, per guidare gli altri barcaioli persi fra le tenebre della notte.

Ecco, per me l'Atelier è, ed è stato, come il faro che guidò l'uomo a riva e rimise ordine nella sua vita.

2 commenti:

  1. Mi scuso per il ritardo e per la brevità, ho voluto sintetizzare per tentare di restituire lo stato d'animo altrimenti soffocato da sovrastrutture letterarie.

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  2. sei un fottutissimo freerider!
    che vuol dire
    MERDA CHE BEL "TRALERIGHE"!

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